Antonio Conte è stato criticato in Inghilterra dopo le immagini che vedevano Kane e Son stremati al suolo al termine di un allenamento del Tottenham
Hanno fatto il giro del mondo le immagini circolate un paio di settimane fa dalla tournée del Tottenham in Corea del Sud. Al termine di uno dei consueti allenamenti di Antonio Conte, infatti, le telecamere avevano immortalato due calciatori particolarmente provati dai durissimi metodi del tecnico italiano e del suo staff.
Ad amplificare la portata della notizia, ha contribuito il calibro dei due calciatori coinvolti: Harry Kane e Son, con l’inglese che avrebbe anche vomitato ed il sudcoreano stremato al suolo senza più energie. A spiegare come realmente è andata la vicenda ci ha pensato il preparatore atletico del Tottenham Gian Piero Ventrone, vecchia conoscenza di Antonio Conte che dallo scorso novembre ha ripreso a lavorare con il leccese.
Ai microfoni di ‘Sportmediaset’, il collaboratore degli ‘Spurs’ ha per prima cosa elogiato il lavoro di Conte: “E’ un uomo che non si accontenta mai e per lui questo rimane è un grande gap, non è mai sereno, è troppo preso, è sempre presente 24 ore al giorno, dorme poco e poi ha una grande qualità che è la passione. Mi ricordo ai tempi del Siena con Gigi De Canio che dopo 3-4 mesi dissi a mia moglie Cinzia: ‘Questo è un fenomeno, se Antonio non spacca mi sbaglierò’. Difficilmente sbaglio con gli allenatori”.
Tornando alle immagini di Kane e Son, Ventrone ha fatto chiarezza: “Nel nostro sport basta poco per fare spettacolo. Sia Kane che Son sono arrivati qualche giorno dopo rispetto ai primi che si sono presentati il 4 luglio, perché hanno terminato le loro attività con le rispettive nazionali più o meno il 14. Sono ragazzi che hanno giocato sempre durante l’anno, quindi giustamente Conte ha dato loro tutto il tempo necessario per riposarsi. Questi giocatori avevano pochi giorni di allenamento e quel giorno, purtroppo, è collimato che un lavoro metabolico coincideva con le porte aperte allo stadio. C’erano tante persone, diverse migliaia di persone, che hanno contribuito ad alleviare le fatiche ma hanno anche aiutato a spingerli. Questo fatto ha mandato qualcuno ko e i nomi di questi campioni hanno avuto maggiore effetto se invece fosse andato per terra un ragazzo giovane”.
Inoltre, per rimanere in tema, il preparatore è tornato sulle accuse di Nagelsmann scontro i metodi di allenamento italiani e nel caso specifico della Juventus: “Chiariamo un concetto base: allenamento più duro non significa migliore, altrimenti faremmo allenare i calciatori come i Marines. Ma, se poi in campo resistono più degli altri, vanno più veloci degli altri e non hanno molti infortuni, a me va benissimo mandarli col kayak, ma dobbiamo dimostrarlo. La Juve è un club evoluto, queste parole mi sembrano strane anche se andrebbero approfondite“.
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