A margine di un evento dedicato al finale di calciomercato è intervenuto anche Beppe Marotta in conferenza stampa. Il dirigente interista ha toccato diversi temi, tra cui la sosta Mondiale e il mercato ancora aperto
In qualità di presidente dell’associazione direttori sportivi, Beppe Marotta si è presentato questa mattina all’hotel Gallia a Milano per la chiusura del calciomercato estivo. Diversi i temi toccati dal dirigente dell’Inter, con particolare riferimento alla sessione ancora aperta, alla sosta Mondiale e alle proprietà straniere nel calcio italiano.
Marotta ha iniziato parlando della situazione del calcio nostrano: “Senza proprietà straniere il nostro calcio sarebbe stato ancora più in difficoltà. Hanno portato un modello nuovo di business americano. Le maggiori proprietà attuali sono americane con qualche debita eccezione. Hanno portato una mentalità diversa dove sicuramente gli aspetti economici e finanziari e di sostenibilità recitano un ruolo molto importante. Prendo atto di questo e dico menomale che sono arrivate tali proprietà”.
Inter, Marotta sul mercato ancora aperto: “È una situazione di forte disagio”
Un grosso ostacolo in questa particolare stagione per i club è portato in dote dal Mondiale in Qatar che spaccherà l’annata in due tronconi: “Ci si ritrova che alla sosta legata al Mondiale metà stagione te la sei giocata, ad esempio chi gioca le coppe europee ha il destino già deciso. È vero che in quel momento puoi cambiare le strategie dell’azienda. Facciamo parte di un contesto organizzativo come l’UEFA e ci sono tante altre leghe condizionate da questo sistema di calciomercato. Bisognerebbe trovare, forse attraverso l‘ECA, una logica intesa su come disciplinare questo aspetto che è comunque rilevante. Ci troviamo alla quarta giornata di campionato e abbiamo ancora qualche giorno di mercato. Questo significa che in tutti i club ci sono tensioni e situazioni che andranno definite. Società che devono completare la rosa e altre che hanno esuberi, calciatori che stasera sono in tribuna e che vorrebbero essere trasferiti. È una situazione di forte disagio, lo è oggi e lo sarà di sicuro a novembre quando avremo davanti due mesi di parziale inattività”.