L’inizio di stagione dell’Inter è decisamente da dimenticare: tre sconfitte in gare ufficiali soltanto all’inizio di settembre è troppo. Andiamo a capire i problemi di Simone Inzaghi e della sua squadra
Non è di certo l’inizio di stagione che in molti si aspettavano per l’Inter, la seconda Inter, guidata da Simone Inzaghi. Il tecnico piacentino sta deludendo e le aspettative erano decisamente diverse per la Beneamata.
Dopo una prima annata conclusa con uno scudetto perso all’ultima giornata e due trofei messi in bacheca, la Supercoppa Italiana e la Coppa Italia, vinti entrambi contro la Juventus di Massimiliano Allegri, Simone Inzaghi sembra aver perso un po’ la bussola in questa prima parte di stagione nella quale sono arrivate ben tre sconfitte in gare ufficiali, precisamente sei. In pratica, nel 50% delle partite disputate dai nerazzurri finora è arrivato uno zero in classifica, con le vittorie sopraggiunte soltanto contro avversari di bassa caratura rispetto alle sconfitte: Lazio, il derby contro il Milan e, ieri sera, il Bayern Monaco di Julian Nagelsmann. Inter, una crisi sempre più profonda: andiamo a scoprire i motivi del crollo tecnico ed emotivo della squadra di Simone Inzaghi, senza dimenticare il calciomercato
Inter, le lacune della rosa e i dubbi sul futuro
Nell’ultima finestra di calciomercato che si è da poco conclusa l’Inter ha riportato ad Appiano Gentile il giocatore forse più decisivo dell’ultimo scudetto: Romelu Lukaku. Il bomber belga, ai ferri corti con l’ormai ex manager del Chelsea Tuchel, ha scelto di tornare a vestire i colori nerazzurri e, nelle prime due gare di Serie A, il suo impatto si è visto in positivo sul gioco della squadra, costretto a qualche modifica rispetto alla presenza di un attaccante di manovra come Edin Dzeko. Il rischio però è che la rosa diventi, di nuovo, troppo dipendente da Lukaku.
Inzaghi è chiamato a trovare delle soluzioni, mentre la sua panchina, almeno per i tifosi, è decisamente traballante. Lo Scudetto perso nella scorsa stagione contro il Milan è stato un boccone decisamente amaro da digerire per i tifosi della Beneamata che non hanno mai apprezzato al 100% l’operato dell’allenatore piacentino, ora il primo ad essere sul banco degli imputati. Un banco dal quale non sono esclusi società e dirigenza. La prima, troppo instabile per gestire un club delle dimensioni e del cabotaggio dell’Inter, la seconda forse non troppo reattivo nella gestione della fascia sinistra. Dopo l’offerta tardiva avanzata a Perisic infatti, Marotta e colleghi hanno scelto il tandem Dimarco-Gosens, con quest’ultimo che, però, già dalla preparazione ha dimostrato diverse lacune.
Inter, non solo il futuro e il mercato: che cosa sta succedendo nella rosa
Quella che anno scorso sembrava una rosa indebolita, ma comunque con delle forti individualità e ricca di personalità, oggi sembra una squadra debole e pronta a cadere alla prima difficoltà. L’Inter 2.0 di Simone Inzaghi, almeno per questa prima parte di stagione, non ha il mordente e la vena dello scorso anno. Il derby è stato il manifesto ideologico di questo crollo mentale. Nonostante gli sfottò, la sconfitta all’ultimo, il derby perso con la doppietta di Giroud e tutto quanto avvenuto lo scorso anno, la Beneamata contro il Milan, sabato a San Siro, non ha messo in campo tutta quella grinta alla quale eravamo stati abituati.
Inoltre ci sono due questioni importanti: il nodo Handanovic e la preparazione atletica. Per il primo, ormai sul viale del tramonto, l’ingresso a pieno regime di Onana sembra ormai soltanto una questione di tempo; sul secondo tema, l’Inter va alla metà delle altre grandi squadre, sia in Serie A che, soprattutto, in Champions. Se il trend non dovesse invertirsi, il club nerazzurro rischierebbe seriamente di veder compromessa la stagione già nel mese di ottobre.