Discussioni infinite per l’intervento del Var in Juventus-Salernitana, ma sul banco degli imputati bianconeri finisce di nuovo Allegri
Il veleno è nella coda di Juventus-Salernitana, conclusa ieri sera con un finale bollente, che ha portato in dote per i bianconeri il pareggio di Bonucci ma anche la gioia durata un solo attimo del 3-2 segnato da Milik e annullato per fuorigioco dello stesso Bonucci, con annesso parapiglia finale. Ma la decisione di Var e arbitro centrale, il signor Marcenaro, lascia parecchi dubbi sull’opportunità di considerare l’offside attivo e sulla stessa posizione di fuorigioco, con il ‘giallo’ della posizione di Candreva.
Le discussioni su quello che potrebbe essere uno degli errori più gravi dell’era Var andranno avanti per giorni, ma bisogna analizzare anche quanto successo in campo. E il campo ha detto che la Juventus del primo tempo ha fatto incredibilmente fatica, tanto da chiudere la frazione in svantaggio di due reti, come ai bianconeri in casa non capitava addirittura dal 2004. Massimiliano Allegri ha corretto la rotta in corsa con l’ingresso di Milik per Kean, ma la sensazione è che la reazione sia stata più di orgoglio e di nervi che di gioco. E alla fine, il 2-2 è arrivato comunque in extremis. Dunque, ancora una volta, il livornese finisce nel mirino delle critiche.
Nell’editoriale odierno della ‘Gazzetta dello Sport’, a firma di Sebastiano Vernazza, l’allenatore bianconero viene invitato a modificare il suo approccio: “Nel marzo 2021 la Juventus perdeva in casa 0-1 con il Benevento, l’allenatore era Pirlo. Si coglieva un barlume di calcio, forse pretenzioso, ma era apprezzabile il tentativo di andare oltre. La restaurazione di Allegri ha provocato una regressione, si attende che qualcuno trovi il colpo risolutivo con una giocata personale, una sorta di strategia della speranza. Non vale appellarsi alle assenze di Pogba e Di Maria, di Chiesa e Locatelli. La Salernitana andava battuta a prescindere con una prestazione convincente. Allegri può uscirne soltanto con un supplemento massiccio di studio, è evidente come sia rimasto indietro rispetto a tanti colleghi. Gli manca la volontà di aggiornarsi ed esplorare percorsi diversi, ma le idee invecchiano, bisogna cercarne di nuove”.
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