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“Con lui il Sion è un uomo in meno”, Super Mario silurato: la verità nei numeri

Mario Balotelli ritorna a far parlare di sé: in Svizzera è già finito nella bufera per il suo atteggiamento

L’avventura di Mario Balotelli in Svizzera con la nuova maglia del Sion è partita bene: due vittorie nelle prime due partite giocate. Tutto bene fin qui. E invece no, perché l’attaccante bresciano è finito subito sotto attacco, con pesanti critiche. L’ex bomber dell’Adana Demirspor, trasferitosi dalla Turchia sul finale del mercato, è entrato in entrambe le partite nel secondo tempo, al 65′ e al 63′, e sempre al posto di Filip Stojilkovic, attaccante classe 2000 che ha messo a segno 4 gol e 2 assist nelle ultime 5 partite. E visto che Stojilkovic è la punta centrale nel 4-3-3 del tecnico italiano Paolo Tramezzani, per Balotelli è difficile prendere un posto da titolare. Ma a fare infuriare l’ambiente è il suo atteggiamento.

Balotelli © LaPresse
Balotelli © LaPresse

Le critiche feroci a Balotelli

Nell’ultimo match Super Mario si è divorato un gol davanti al portiere e la stampa elvetica ci è andata giù pesante. “Quanto è grande il problema Balotelli?“, titola il quotidiano Blick, che spiega come “l’ex nazionale italiano sembri stranamente passivo. Il suo raggio d’azione è limitato ad un sottobicchiere da birra, la sua voglia di muoversi è contenuta nei limiti più ristretti. Certamente c’è qualche scena in cui brilla il genio dell’uomo, che l’allenatore Tramezzani ha definito uno dei 15 calciatori più talentuosi del nostro tempo”.

Critico su Balotelli è anche il giudizio dell’ex nazionale svizzero ed attuale opinionista Georges Bregy: “La sua prestazione contro il San Gallo semplicemente non è sufficiente. Ha bisogno di migliorare fisicamente e lavorare sul suo atteggiamento. Quello che ha offerto in questa partita è sfacciato nei confronti dei suoi compagni di squadra. Non può semplicemente trotterellare davanti, è provocatorio. Con lui in campo, il Sion era un uomo in meno. Penso che l’allenatore, lo staff e il presidente debbano parlare con Balotelli. Qualcosa – ha concluso Bregy – deve cambiare nella sua mente. Non è ancora all’altezza. Certo, ha bisogno di qualche partita per abituarsi al campionato e alla squadra. Ma dopo la partita col San Gallo ho grossi punti interrogativi. Se le cose continuano così, probabilmente non concluderà la stagione al Sion“.

Super Mario © LaPresse
Super Mario © LaPresse

Il campione mai esploso, gli esordi illuminanti e il declino

L’exploit agli Europei, la copertina del Time, poi otto squadre diverse. Correva l’anno 2012 e Balotelli era reduce da quei fantastici Europei che ci hanno visto sbattere contro una Spagna divenuta insuperabile negli anni successivi. Ma quegli Europei ci avevano consegnato finalmente la migliore versione di Super Mario, diventato finalmente simpatico persino ai tifosi italiani: un giocatore maturo e pronto per i grandi palcoscenici. Ma non andò così.

Balotelli fu infatti un flop al Manchester City e al Milan, che per la prima stagione e mezza si era convinto di aver ritrovato il Super Mario versione Euro 2012, capace di segnare 30 goal in tutte le competizioni. Poi il Mondiale da dimenticare, le critiche dei senatori della Nazionale. Successivamente al Liverpool, dove non è nemmeno mai scoppiata la scintilla. Quattro goal in 28 presenze per quello che era stato definito l’erede di Suarez. Allora i rossoneri ci hanno riprovato: prestito con diritto di riscatto che non è mai arrivato. Lo scarso rendimento (un solo goal in Serie A) e i continui problemi di pubalgia hanno convinto Berlusconi e Galliani a lasciarlo andare via. Poi la chiamata a Nizza e l’illusione che tutti su di lui si erano sbagliati: il rendimento di Balotelli infatti è stato incredibile, con 15 goal la prima stagione e addirittura 26 la seconda in tutte le competizioni. E quindi inevitabile il ritorno in maglia azzurra nel 2018, a quattro anni di distanza dall’ultima volta, con Mancini già commissario tecnico. Maglia da titolare e goal in amichevole contro l’Arabia Saudita.

Mario Balotelli © LaPresse
Mario Balotelli © LaPresse

Ma la favola al Nizza stava per finire: con l’arrivo di Patrick Vieira in panchina e i rapporti subito incrinati tra loro. Così un altro trasferimento: il Marsiglia con un’esperienza brevissima e poi il Brescia, la squadra della sua città, appena tornata in Serie A. Un buon avvio, poi la rottura. La retrocessione della squadra e la rescissione, come da contratto. La sua ultima esperienza in Italia è a Monza, dove non è finita male, ma nemmeno bene. Cinque goal in 12 partite, ma niente promozione in Serie A. Infine in Turchia, all’Adana Demirspor, dove ha fatto bene, ma non è mai esploso. E ora? Ora la Svizzera. E chissà cosa potrà ancora succedere.

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