Allegri condivide con Sarri e Pirlo l’eliminazione agli ottavi di Champions. I numeri in Italia sono invece tutti a favore dei suoi predecessori
Altra notte amara ieri per la Juventus, che ha perso in casa contro il Benfica la sua seconda partita in Champions. La Vecchia Signora la sblocca dopo appena 4′ con un gran colpo di testa di Milik, ma poi sparisce progressivamente dal campo e vengono prima raggiunti dal rigore di Joao Mario (44′), poi superati dalla zampata di Neres a inizio ripresa (55′). La qualificazione agli ottavi si fa ora complicatissima per gli uomini di Allegri. Un altro passo falso, insomma, un altro pesante ko che trasforma il cammino europeo in una salita ripidissima.
La Juventus è stata dominata nella ripresa dopo un incoraggiante primo tempo, con il cammino in Champions League adesso molto complicato. Massimiliano Allegri, nel mirino della critica dopo il tonfo dell’Allianz Stadium, non nasconde in conferenza stampa le difficoltà che sta incontrando in questo momento la sua squadra: “Adesso ci sono poche spiegazioni, sul 2-1 loro siamo crollati psicologicamente e avevano la partita in mano. Dobbiamo lavorare in silenzio e fare un passettino alla volta. Il calcio, fortunatamente o sfortunatamente, ti dà sempre la possibilità di voltare pagina in poco tempo. Nel calcio questi periodi capitano e bisogna affrontarli con la necessaria serenità e lucidità”.
“La Champions non è buttata, – aggiunge – anche se adesso tutto si è complicato. In questo momento non dobbiamo guardare troppo oltre: la partita più importante è la prossima con il Monza, adesso conta solo quella. Bisogna prepararla bene nei prossimi quattro giorni: mentalmente, atleticamente e tecnicamente. Nelle ultime partite abbiamo sprecato tante energie fisiche e nervose, soprattutto domenica scorsa in campionato. Tanti calciatori hanno giocato otto-nove partite di seguito e c’è anche un po’ di stanchezza. Ci sono anche degli assenti, non è una situazione facile. Problema o soluzione. Mi sento parte della soluzione. Sono io – aggiunge – che devo trovare una soluzione a questo momento. Non mi sento parte del problema. Con la dirigenza non c’è stato assolutamente nessun confronto a fine partita”.
Prendendo in considerazione soltanto l’ultimo ciclo, cioè da quando è ritornato, per Allegri le cose non sono andate benissimo. La Juventus con lui, infatti, l’anno scorso ha chiuso la stagione con la sconfitta per 2-0 in casa della Fiorentina e con soli 70 punti in classifica facendo segnare così il bottino più basso che i bianconeri hanno raccolto negli ultimi 11 anni. A differenza dell’anno precedente, quando sulla panchina dei piemontesi c’era Andrea Pirlo: nonostante l’inizio horror, la qualificazione alla Champions League era stata conquistata con qualche turno d’anticipo e non all’ultima giornata. E facendo un confronto statistico i numeri sembrano dare ragione proprio a Pirlo, che aveva chiuso il campionato con ben otto punti conquistati in più rispetto a quelli centrati con il livornese al timone della Serie A 2021-2022.
Sembra dunque che Massimiliano Allegri già l’anno scorso non abbia rispettato le aspettative, dato che ci si attendeva che facesse quantomeno meglio del suo predecessore il quale, a differenza sua, seppur in una stagione complicata, era riuscito a mettere in bacheca due trofei (la Supercoppa Italiana e la Coppa Italia). Chiudere con otto punti in meno rispetto alla Juve di Pirlo ha fatto sì che il fronte dei tifosi juventini che hanno iniziato a chiedere l’allontanamento del tecnico, si sia allargato. Per non parlare degli ultimi giorni, con la Juventus in deficit di gioco e in carenza di risultati. Non ultimo quello di ieri, con la sconfitta contro il Benfica. Numeri alla mano la Juve di Allegri sta finora facendo peggio rispetto alle stagioni di Sarri e Pirlo, culminate con l’esonero di entrambi gli allenatori. Il confronto in campionato è in entrambi i casi sfavorevole, impietoso quello con l’attuale tecnico della Lazio.
Allegri condivide con Sarri e Pirlo solo l’eliminazione agli ottavi di Champions League. I numeri in Italia sono invece tutti a favore dei suoi predecessori. Se prendiamo in considerazione le prime 29 giornate di campionato, infatti, la Juventus l’anno scorso aveva conquistato 56 punti. Con Pirlo, nella stagione precedente, era a quota 59 (ma con la conquista della Supercoppa Italiana). A fine anno era anche arrivato il trionfo in Coppa Italia. Due trofei alzati da Pirlo, ma, ancora più clamoroso nei numeri, è invece il confronto con Maurizio Sarri. La Juventus di tre stagioni fa, nelle prime 29 giornate, conquistò ben 72 punti, 16 in più di quella dell’ultima stagione di Allegri. Massimiliano Allegri è dunque chiamato ad una svolta immediata non solo in Chamopions, ma anche in Serie A. Al di là della complessità richiesta da un confronto compiuto tra le diverse stagioni, il primo dato che balza agli occhi è che il risultato di Pirlo era arrivato con in pancia un Cristiano Ronaldo da 29 gol in A mentre, perso CR7, il miglior marcatore in A di Allegri era Dybala arrivato in doppia cifra di reti solo alla terzultima di campionato. È arrivato a metà stagione Vlahovic, che però alla Juve ha messo insieme una media reti inferiore a quella tenuta alla Fiorentina e quest’anno non sta di certo brillando, con le ultime prestazioni disastrose.
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