Juventus in crisi di risultati e di gioco, sconfitta anche ieri pomeriggio sul campo del Monza. La decisione della dirigenza bianconera sul futuro in panchina di Massimiliano Allegri
La Juventus sprofonda anche nella trasferta di Monza, sotto i colpi della matricola brianzola del neo-tecnico ed ex Palladino nella sfida di domenica pomeriggio all’U-Power Stadium.
Una crisi di gioco e risultati senza fine, con la squadra bianconera alla seconda sconfitta consecutiva dopo il tonfo in Champions League contro il Benfica (la terza complessivamente in stagione), lontana già sette lunghezze dalla testa della classifica dove a comandare oltre al Napoli c’è anche l’Atalanta. Mirino puntato da critica e tifosi su Massimiliano Allegri, squalificato ieri e che ha visto il match dal gabbiotto dell’ex Brianteo. L’allenatore livornese ha seguito nervosamente il match ed è uscito dallo stadio scortato dalla Polizia al triplice fischio dell’arbitro Maresca. Nel mezzo si consumava l’ennesima disfatta della ‘Vecchia Signora’, con Danilo e compagni nuovamente fischiati dai tifosi sotto la curva del settore ospiti.
Il clima all’interno della Juventus è incandescente, però nonostante la crisi acclarata non ci saranno a breve termine ribaltoni sulla panchina bianconera. Allegri – come raccolto da Calciomercato.it – rimane al suo posto, forte di un contratto ancora in essere fino al 2025 e di una parte della dirigenza che continua a credere e a sperare (una volta recuperati più o meno tutti gli infortunati, Pogba in primis) in una svolta nelle prossime settimane. Non tutti però alla Continassa sposano la decisione di confermare l’attuale allenatore, prima del fischio d’inizio della gara col Monza difeso dall’Ad Arrivabene: “L’esonero sarebbe una follia. Max ha un programma di quattro anni da sviluppare“. La Juve insiste e insisterà quindi con Allegri, prigioniera anche del suo pesante ingaggio da 9 milioni (sette fissi più due di bonus) di euro netti a stagione.
Calciomercato Juventus, Allegri (per il momento) resiste: Agnelli non cambia
Inoltre le alternative meno onerose al taglio del mister toscano non convincono, ad iniziare da una soluzione d’emergenza con la promozione in prima squadra dell’attuale tecnico della Primavera Montero. I big Zidane (sogno di Agnelli), Tuchel e Pochettino stuzzicano ma hanno al momento dei costi troppo onerosi, con l’opzione De Zerbi – nelle scorse ore ufficializzato dal Brighton – mai seriamente presa in considerazione dai vertici della Continassa. Nelle scorse ore è andato in scena un confronto tra la dirigenza e Agnelli, con la sostanziale fiducia confermata ad Allegri.
Si tratta però questa volta di una fiducia a tempo. Al ritorno in campo dopo la sosta per le Nazionali, la società si aspetta un chiaro e deciso cambio di rotta per non compromettere definitivamente una stagione nata malissimo e con la Juve che rischia di uscire già nella fase a gironi in Champions League e di allontanarsi irrimediabilmente dal vertice della classifica in campionato. Senza una svolta concreta, la lunga pausa per il Mondiale in Qatar sarebbe questa volta l’occasione giusta per un ribaltone in panchina. Per adesso l’unico cambiamento si registrerà nello staff di Allegri e nello specifico nella sfera della preparazione fisica della squadra, dove l’Head of Performance Andreini avrà maggiori responsabilità.
Il rosso per reazione di Di Maria è un chiaro segnale del nervosismo dentro lo spogliatoio e di un Allegri in confusione nelle scelte e nel marcare un’identità ben delineata alla sua squadra. Prestazioni, risultati, carattere, singoli e DNA Juve: servirà ritrovare al più presto tutte queste coordinate. Allegri non si arrende e Agnelli gli dà un’altra chance. La pazienza però non è infinita.