La Juventus è in una crisi nerissima, con Allegri per il momento confermato in panchina ma sempre più in bilico. C’è però già un probabile sostituto
Sarri, Pirlo e il ritorno di Allegri. Nonostante il tentativo di rinnovamento e i cambi sulla panchina, la Juventus, negli ultimi anni, non è mai stata così in difficoltà come in questo periodo. Probabilmente è anche il momento peggiore del tecnico, confermato dopo le 2 sconfitte in Champions e dopo le brutte prestazioni in campionato, ma sempre più in bilico, in crisi di risultati e di gioco. Nel gestire l’eredità di Antonio Conte, fu straordinario. L’ultimo Max, recuperato da due anni sabbatici, sembra invece la copia della copia.
La crisi nera di Allegri, dei giocatori e della società
Dopo i 5 anni ricchi di successi, il ritorno alla Juventus dell’allenatore livornese non ha dato i frutti sperati fino a questo momento. La squadra lo scorso anno ha chiuso senza trofei e ora le cose sono addirittura peggiorate, con Bonucci e compagni lontani già 7 punti dalla vetta della classifica e con la qualificazione agli ottavi di Champions League a rischio dopo le due sconfitte consecutive con Psg e Benfica. È una crisi, però, che coinvolge tutto e tutti. Dalla società allo staff tecnico, passando per i giocatori. Quindi anche di Andrea Agnelli, Bonucci, Angel Di Maria, Pogba che non c’è mai stato, non solo di Massimiliano Allegri. In nove partite, coppa inclusa, la squadra ha sconfitto non più di Sassuolo e Spezia.
Ha già un piede fuori dalla Champions e in campionato sembra una provinciale qualsiasi. Sembra appesantita, nel corpo e nella mente, senza l’anima di ferro che l’ha sempre contraddistinta. Gli infortuni, ovviamente, non vanno dimenticati. Di fronte, però, non c’era mica il Manchester City di Pep Guardiola o il Real Madrid di Carlo Ancelotti. A parte forse il Psg, le altre squadra erano quantomeno abbordabili. Certo, poi c’è anche la crisi di Dusan Vlahovic, che sembra la controfigura di quel giocatore visto alla Fiorentina, ma la colpa è di tutti. Nessuno escluso.
Gasperini, il nome nuovo all’orizzonte
Cosa fare? Non piangersi addosso e pensare già al futuro. Le ultime voci parlando di Gian Piero Gasperini, cresciuto nelle giovanili della Juventus, come probabile sostituto di Allegri. Il tecnico potrebbe aver raggiunto la giusta maturità per riprendersi la Vecchia Signora.
Sulla panchina dell’Atalanta, Gasp negli ultimi anni ha meravigliando l’intero calcio italiano ed europeo, vero creatore di una ‘macchina perfetta’ capace di macinare gol e bel gioco, arrivando a scrivere pagine indelebili nella storia della Dea, protagonista in campionato ma anche in Champions League. Negli ultimi giorni, dopo le già citate sciagure, il nome di Gian Piero Gasperini è stato più volte accostato alla Juventus, per quello che sarebbe un suggestivo ritorno a ‘casa’.
Il tecnico ha, come abbiamo già scritto, vestito la maglia bianconera da giocatore ai tempi di Paolo Rossi, per poi iniziare la sua avventura da allenatore alla guida delle formazioni giovanili di Madama: Esordienti, Giovanissimi, Allievi Nazionali e Primavera, tutte con un ottimo rendimento. Lo stesso rendimento che gli ha permesso di scalare la Serie A tra Genoa, Palermo e Atalanta (con la sola parentesi negativa all’Inter). A distanza di tanti anni, il tecnico (nato a Grugliasco nel 1958), sembra aver raggiunto la giusta maturità per poterci riprovare e riportare la ‘Vecchia Signora’ ai fasti di un tempo. I risultati e i numeri parlano per lui: i tempi sembrano davvero maturi per una ‘seconda possibilità’.
Cosa cambierebbe dal punto di vista tattico
Per tanti motivi questa volta potrebbe essere quella giusta, perchè la Juventus sembra ancora in cerca di quel famoso salto di qualità dal punto di vista del gioco e poi gli ultimi risultati non stanno dando i risultati sperati: uno step che la dirigenza pensava di aver trovato prima con Sarri, poi con Pirlo e infine con il ritorno di Allegri. Da qui potrebbe esserci un cambio drastico e far nascere la suggestione del grande ritorno per un allenatore che sta esprimendo probabilmente il più bel calcio in Italia (insieme al Napoli di Spalletti). Proprio colui che ha più volte ribadito il suo amore nei confronti dei colori bianconeri: un matrimonio possibile proprio ora che anche l’esperienza internazionale del Gasp è diventata un fattore importante.
Dal punto di vista tattico rappresenterebbe una sorta di rivoluzione per la Juve: cambierebbe tanto con un sistema di gioco che sfrutta pienamente le discese dei due esterni e gli inserimenti dei centrocampisti. I moduli di cui fa uso più spesso sono 3-4-3, 3-4-2-1 e 3-4-1-2. Nella stagione 2021-2022 ha più volte impiegato il 4-2-3-1, anche per via dei tanti infortuni nel corso della stagione. Il suo stile di gioco è basato sul possesso palla, sulla duttilità dei centrocampisti e proprio il gioco sulle fasce, suo marchio di fabbrica.
Ha dichiarato ai giornalisti di aver tratto spunto dal modello olandese per il suo modo di giocare. Predilige impostare marcature a uomo. Le sue squadre si contraddistinguono per uno stile di gioco aggressivo e offensivo. Un ‘calcio totale’, insomma, fatto di fisicità e dinamismo, dove qualche pedina sarebbe inevitabilmente ‘sacrificata’ in nome di quei dettami tattici che hanno reso grande il credo calcistico della Dea. Altri, invece, potrebbero trarre beneficio da un gioco nettamente votato all’attacco, con tanti uomini a puntare l’area avversaria. Un calcio con ‘una marcia in più’, la scommessa che potrebbe stuzzicare il palato di Agnelli, ormai da tempo a caccia di quell’ultimo tassello capace di innescare un perfetto ingranaggio. E di ‘macchine’ meravigliose mister Gasperini se ne intende, sia in Italia che in Europa, per sognare, magari, quella Champions che in casa Juve manca da troppi anni.