Pepi, il “Toro” cresciuto nei Dallas come McKennie e Reynolds, è dell’Augusta e segna nel Groningen: Bologna, Samp e Juve sulle sue tracce
Da El Paso a Ciudad Juarez ci sono 12 chilometri e un confine che separa gli Stati Uniti dal Messico. Quel confine discusso per il Muro di Tijuana – anche detto Muro della Vergogna – innalzato trent’anni fa in modo da impedire l’immigrazione illegale verso gli States. El Paso è la città che ha dato i natali a Ricardo Pepi, Ciudad Juarez è dove sono le origini di papà Daniel e mamma Annette. San Elizario – sempre Texas – è il luogo in cui invece l’attuale attaccante del Groningen è cresciuto e ha vissuto l’infanzia e la prima adolescenza.
Il calcio è entrato prestissimo nella vita di Ricardo Pepi: a 5 anni giocava in oratorio, a 7 ha iniziato un percorso con il Lions FC, un’accademia messa su da suo papà, che poi si è espansa nel momento in cui è riuscita a diventare una costola dei Dallas FC. Dove il ragazzo è arrivato all’età di 13 anni compiendo la delicata scelta di staccarsi dalla famiglia. Educazione severissima, il papà ogni volta che qualcosa negli studi non andava toglieva proprio il calcio a suo figlio, con grande disappunto anche degli allenatori del ragazzo. Le caratteristica da attaccante importante si sono viste subito e gli sono valse il soprannome di “Toro”. Velocità in campo aperto, grande spunto negli smarcamenti rispetto ai difensori avversari e super fiuto del gol.
Pepi, dal Texas all’Europa a suon di gol: anche la Juve può pensarci
L’esordio assoluto è avvenuto il 13 giugno 2019 in Open Cup contro Oklahoma City e in quel 4-0 Pepi fece anche l’assist del secondo gol a Barrios. Dieci giorni dopo arriva anche la prima in Mls contro il Toronto, in un’altra vittoria, stavolta per 3-0. Il 7 marzo 2020 la prima rete nel 2-2 contro il Montreal Impact. Il gol è esattamente il mestiere di Ricardo Pepi che nei Dallas giocava con Bryan Reynolds, che in Italia abbiamo conosciuto nella sua breve e non troppo fortunata esperienza alla Roma. Anche Weston McKennie, attuale centrocampista della Juventus, viene dai Dallas, ottimo vivaio statunitense. Un passaggio veloce nei North Texas vincendo la regular season e la Coppa della US League 1 e poi il ritorno alla base per innescare la fase di decollo.
Nel 2021 Pepi ha segnato 13 reti in 31 gare giocando poco più di 2000 minuti in campionato. Il 24 luglio 2021, a 18 anni e mezzo è diventato il più giovane giocatore a fare una tripletta in Mls. È accaduto al Toyota Stadium, l’impianto di casa, contro i Los Angeles Galaxy. A gennaio del 2022 è arrivato l’Augusta che ha portato il ragazzo in Bundesliga, dove ha giocato 11 partite di campionato e 1 di Coppa. Intanto c’era stato anche nell’esordio nella nazionale degli Stati Uniti d’America, con un gol e due assist il 9 settembre del 2021 nel 4-0 all’Honduras. La scelta, dopo aver vestito la maglia del Messico Under 16, ha fatto molto discutere visto la sua doppia nazionalità.
Un investimento importante quello fatto dall’Augusta, il più alto per un giovane americano uscito dai confini di casa: il costo del cartellino è stato fissato a 16,5 milioni. Nella stagione attuale Pepi è ripartito dalla Bundesliga e dopo 4 partite a fine mercato si è presentato il Groningen per chiudere l’operazione in prestito. Impatto favoloso quello del Toro sulla Eredivisie, con un assist e quattro gol (doppietta nel ko per 3-2 contro l’RKC Waalwijk). L’Augusta rifarà le sue valutazioni a fine stagione, Pepi vuota continuare a segnare per coltivare i suoi sogni. Lo avevano cercato anche il Bologna e la Sampdoria in Italia e il Southampton in Premier League. Sono tre porte che a giugno potranno assolutamente riaprirsi e probabilmente non saranno le sole. Anche la Juventus può seguirlo con interesse, nell’ottica di ringiovanimento della rosa in un mercato come quello americano inaugurato appunto con l’arrivo di McKennie.