Luciano Spalletti soddisfattissimo dopo l’ennesima vittoria del suo Napoli, anche se ha avvertito i suoi giocatori
L’ennesima grande vittoria del Napoli si consuma allo Stadio Olimpico contro la vittoria di Mourinho. La squadra di Spalletti si conferma al primo posto e il tecnico toscano racconta la partita in conferenza stampa: “C’è soddisfazione nello spogliatoio, l’abbiamo vinta come pensavamo di poterla vincere. La squadra doveva saper sfruttare quelle poche occasioni che la Roma avrebbe concesso. Per fare questo c’era da stare attenti a non cadere nelle trappole che ci avevano preparato, il campo ne era pieno”.
Poi il commento sul gol di Osimhen: “È un pezzo di bravura da calciatore top quale lui è. L’errore di 5 minuti prima è un pezzo di non bravura, quello era più facile, era palla a terra danvati all’uomo. Ho visto un Osimhen cresciuto, non ha fatto l’erore, ha aspettato invece il calciatore a sostegno, l’ha giocata bene, ha sviluppato tante azioni, poi si è fatto trovare pronto su molte incursioni. Altri palloni non l’ha presi in considerazione, ma va bene. Politano poi gliel’ha data benissimo quella palla”. Impressiona la qualità del Napoli, ma Spalletti non ci sta: “Sì, ma la qualità ce l’hanno tutti, poi c’è chi la sa usare di più, chi cerca altre cose. Inter, Juve, Milan, Roma, Lazio hanno tutte qualità e rose ampie. Vogliamo vedere le rose di tutti? Quella della Juve, l’Inter, il Milan, la Roma, e le altre big, le vogliamo mettere a confronto? La Roma ha giocatori fisici, siamo stati bravi a pulire diversi palloni, Kim e Jesus sono stati maestosi, complessivamente la partita mi sembra vinta meritatamente”.
Anche oggi al centro la prestazione dell’arbitro Irrati, che ha ammonito sia Mourinho che Spalletti: “Ma io sono stato sempre buono e fermo, la volta che mi ha ammonito stavo dicendo a Juan Jesus come comportarsi, non è la prima volta che capita. C’era il guardalinee di là ma io parlavo con Jesus, ce l’avevo a 50 metri. La Roma me l’aspettavo così? Sì, si è detto che era una partita piena di trappole, l’aveva preparata benissimo, voleva giocare velocemente sulle due punte”. Ma Spalletti, vista l’estate di mercato e il ritiro, si aspettava questa situazione? “C’è di mezzo sempre l’andare a lavorare dalla mattina alla sera, ci sono settimane in cui si va in campo. Posso dire di sì o no, ma in ogni caso direi delle bugie, altrimenti non avrebbe valore il fatto che tutte quelle persone vengano a lavorare”.
L’allenatore del Napoli esalta le prestazioni di chi è entrato dalla panchina: “La concentrazione con cui seguivano l’andamento della partita li ha aiutati a saperla interpretare bene quando sono entrati. Abbiamo in questo momento una squadra molto coinvolta. Se riusciremo a mantenere questa compattezza ci darà ancora dei vantaggi. Gaetano è un talentino, ha fatto bene alcune cose e si è fatto trovare sorpreso da un paio di situazioni dove poi non ha scelto il meglio. Sintomo di personalità, ma anche di non saper scegliere il meglio, di non essere così maturo. Se mi fa effetto l’undicesima di fila? Fa più effetto a lei, però dà il segnale di aver vinto 11 partite e la prossima sarà ancora più difficile. Abbiamo perso palloni banali, dovendo correre indietro a perdifiato, buttandoci a corpo morto sulle traiettorie”.
Infine a Spalletti chiedono un titolo: “Il titolo è che i titoli non si vincono dopo 10 partite, ma a maggio o giugno, agosto, quando finisce il campionato. Per cui ora è quello, mantenere i piedi per terra. Zero presunzione, zero atteggiamenti da fenomeni, si rimangia il nostro panino in treno, e si torna a lavoro domani, poi mercoledì c’è il Maradona pieno e noi non possiamo farci trovare lucidi a puntino come un giradischi”.
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