Le parole di Beppe Marotta ai microfoni di Mediaset a pochi minuti dal fischio d’inizio di Bayern Monaco-Inter.
L’Inter ha ritrovato lo smalto dei giorni migliori. Reduce da una settima a importante costellata dall’accesso matematico agli ottavi di Champions e dalla larga vittoria maturata a San Siro contro la Samp, i nerazzurri si presentano alla sfida con il Bayern con rinomate certezze.
Chiaramente lo sguardo di Inzaghi è rivolto al campionato, ed alla sfida con di domenica sera all’Allianz Stadium contro la Juventus. Ragion per cui, i nerazzurri si presentano in Germania con una formazione “sperimentale”, che tiene conto anche delle assenze con cui deve fare i conti il tecnico dell’Inter. Una su tutte, quella di Romelu Lukaku. E proprio il belga è stato uno dei temi affrontati da Beppe Marotta, nel corso dell’intervista rilasciata ai microfoni di Mediaset pochi minuti prima del fischio d’inizio della gara di Champions:
QUALIFICAZIONE – “Siamo onorati di essere qualificati: il merito va alla squadra è all’allenatore, ma anche alla società ed ai tifosi. Abbiamo conquistato un traguardo che dopo i sorteggi sembrava insperato, ad oggi non si può parlare di titolari e riserve. Chi giocherà domenica con la Juve sarà all’altezza, stasera però siamo concentrati su un match importante.”
INFORTUNIO LUKAKU – “Ha avuto questa ricaduta imprevista, ma credo sia una casistica presente in tanti club: la stagione è anomala, e diversi giocatori sono interessanti a partecipare al Mondiali: c’è difficoltà anche nel recupero dei giocatori. Il ruolo delle Nazionali è diverso rispetto ad anni fa, richiedono i giocatori spessissimo per moltissimi tornei. Anche da un punto di vista agonistico le partite sono un po’ più accentuate.
TIFOSERIA “Devo dire che il mondo Inter è costellato da un insieme di tifosi appassionati, che rappresentano la maggioranza. Ieri abbiamo rilasciato un comunicato molto esplicito: l’Inter da sempre combatte la violenza, sia essa fisica che verbale. Lo facciamo con tutte le iniziative. Un po’ come il Var: non si si riesce a debellare tutti i problemi. Con il dialogo con i tifosi si potrebbe però rendere il calcio un fenomeno di aggregazione sociale”
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