Juventus, le parole dell’ex intervenuto in diretta a TV Play sono una sentenza: “Non avrebbero mai giocato”
Cinque sconfitte in sei partite. Una Champions League nera per la Juventus, mai reale avversario per Paris Saint-Germain e Benfica. I bianconeri, ora, si giocheranno l’Europa League con la speranza di riuscire, perché no, a conquistare un trofeo europeo. E proprio di Juventus ha parlato Cristian Pasquato, calciatore oggi al Trento, in Serie C, che con i bianconeri ha esordito in Serie A l’11 maggio 2008 sostituendo Alessandro Del Piero. Intervenuto in diretta a Calciomercato.it in onda su Tv Play, Pasquato ha parlato proprio del momento difficile dei bianconeri e in particolare dei giovani in rampa di lancio.
E proprio sui giovani, come Miretti e Fagioli, Pasquato si è espresso così: “Penso sia normale che senza infortuni degli altri non avrebbero giocato così tanto. Quanti giovani ha lanciato la Juventus? Marchisio, De Ceglie… Alla Juve è così, bisogna vincere. Non c’è la mentalità dell’estero. Se la Juve quest’anno lanciasse 10 giovani e arrivasse decima sarebbe un casino. Poi magari avrebbe modo di crescere, ma non sarebbe possibile. Se ti aspetti dai ragazzi le giocate di Pogba e Di Maria è difficile”.
Un problema quindi, secondo Pasquato, che non riguarda il tecnico, ma la mentalità: “Secondo me la questione non è Allegri. Il problema è che se i giovani che vengono lanciati all’estero fossero in Italia giocherebbero in Primavera o nella seconda squadra. Non avrebbero mai giocato”.
Pasquato ha parlato anche di Alex Del Piero, suo idolo e bandiera della Juve, che molti vorrebbero in società: “Lui è sempre stato il mio idolo. Allenarmi con lui è stato straordinario. Persone così fanno bene al calcio. Lui ha la Juventus stampata addosso. Potrebbe fare il percorso di Nedved, come Buffon o Chiellini. Hanno qualcosa che hanno in pochi…quel feeling. Hanno fatto la storia della Juventus”.
Il classe 1989 è poi tornato su quella che è stata la sua esperienza bianconera, parlando anche di Antonio Conte allenatore: “Era il ritiro 2014, siamo entrati subito in sintonia. A fine estate arrivai ad un bivio e scelsi di andare al Lecce. Con il senno di poi avrei dovuto restare ad allenarmi con quei campioni. Ma tutte le mie scelte prese sono state grazie alla mentalità Juve, una società estremamente seria”.
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