Un sogno che si realizza, Italia-Senegal, due nazionali per persone con problemi di salute mentale presentano la loro amichevole
Sono passati 14 anni da quando la Nazionale italiana per persone con problemi di salute mentale ha vinto la Dream World Cup. Un torneo dove però tutti rimasero sorpresi dall’assenza del Senegal. La Nazionale senegalese infatti per diversi problemi, tra cui la mancanza di fondi, non partecipò alla competizione. L’Ecos, European Culture and Sport Association, fece una promessa alla Nazionale senegalese, ovvero quella di affrontare la vincitrice del torneo
Oggi questo sogno diventa realtà. Dopo 14 anni Italia e Senegal venerdì sera si affronteranno al Palatorrino in amichevole. Oggi all’interno della sede della Figc a Roma, l’evento è stato presentato in conferenza stampa, alla quale erano presenti il mister della Nazionale italiana Enrico Zanchini con l’attaccante Enrico Manzini, insieme ad alcuni membri della Nazionale senegalese come Malik Biteye operatore socio sanitario e responsabile della squadra, il mister Abdoul Aziz Djeng e il capitano della squadra senegalese.
La conferenza stampa di presentazione dell’amichevole tra Italia e Senegal di Futsal per persone con problemi di salute mentale si apre con l’introduzione del dottor Santo Rullo, presidente del comitato internazionale che organizza il Mondiale: “Questa è la storia a lieto fine di una promessa che stiamo per mantenere. Nel maggio del 2018, quando sollevammo la coppa c’era un po’ di amaro, perché i senegalesi non riuscirono a venire, per una serie di motivi come la mancanza di fondi. Siamo stati in Senegal ad agosto per conoscere la loro realtà. Malik con grande caparbietà ci ha permesso di realizzare questa promessa. Le persone con salute mentale riescono ad avere un aiuto fondamentale dallo sport”.
Poi è intervenuto Malik Biteye, responsabile dell’associazione Football Therapy e responsabile della squadra senegalese: “Sono veramente felice di ritrovare l’Italia. Oggi posso dire che il sogno si sta realizzando. Nel 2008 abbiamo provato a mettere su una squadra di calcio per le persone che hanno problemi di saluto mentale, in un paese dove un malato viene solo preso di mira. Siamo comunque riusciti a fare una squadra ma non potevamo venire per mancanza di mezzi e considerazione, per le autorità non era possibile. L’Ecos ci ha aiutato, ci hanno promesso che dopo la finale la vincitrice avrebbe affrontato il Senegal. Oggi è quel giorno è arrivato. In Senegal non ci sono strutture come qua, le famiglie ora hanno i figli che vengono a fare sport da noi”. Poi racconta un aneddoto sull’importanza dello sport: “Un giocatore era andato via da casa da dieci giorni, la famiglia lo ha cercato tanto, ma il giorno dell’allenamento si è presentato. Non poteva vivere a casa, ma poteva farlo con noi in campo”. La sua storia particolare lo ha visto arrivare in Italia come immigrato, per poi riuscire a studiare come operatore socio sanitario. Una storia di rinascita, di opportunità. Un sogno che si realizza.
La parola poi passa ai protagonisti della partita. Il primo a prendere la parola è Abdoul Aziz Djeng, allenatore del Senegal: “La squadra si è preparata fisicamente, tatticamente, siamo qui non per turismo ma per vincere. Il viaggio di Zanchini in Senegal ci ha aiutato tanto, perché il Futsal in Senegal non esiste”. Poi il tecnico dell’Italia Enrico Zanchini spiega: “Il viaggio in Senegal è stato un’esperienza meravigliosa e coinvolgente. Il futsal in Senegal non esiste. Mi fa piacere che Malik abbia raccontato la sua storia, la sua esperienza da migrante, in un periodo come questo. C’è una partita comunque da giocare, da vincere, perché questo è agonismo vero. Il capitano è uno dei giocatori più forti che abbia mai visto. Se questo fosse un paese più civile avrebbe continuato a giocare nella Reggiana, dove ha fatto il settore giovanile. Per la prima volta ho potuto fare delle convocazioni per merito, e non limitandomi alle disponibilità”.
Enrico Manzini, attaccante della Nazionale italiana fa capire quanto sia vera la competizione in campo: “Ci teniamo a fare bene, venderemo cara la pelle. Questo progetto mi ha aiutato tanto, quindi sto cercando di darmi da fare per fare in modo che possa aiutare anche altri ragazzi che hanno vissuto momenti di difficoltà. Vincere però non penso sia l’aspetto principale di questo contesto. Ci tenevamo a questa partita per il Senegal”.
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