Il francese ha ribaltato la gara con l’Australia confermando di essere in un momento d’oro. Il suo futuro potrebbe essere lontano da Torino
È iniziato col botto il Mondiale in Qatar di Adrien Rabiot. Stasera al debutto contro l’Australia, il centrocampista della Juventus ha tolto dai guai Deschamps segnando di testa la rete del pareggio e poi servendo a Giroud l’assist per il vantaggio.
In Qatar, Rabiot ha confermato di essere in un momento fisico e mentale straordinario. Prima di volare in Nazionale, il classe ’95 di Saint-Maurice aveva vissuto un mese da autentico trascinatore della squadra di Allegri, realizzando tre reti di cui una all’Inter. Proprio il tecnico livornese ha il merito di aver ridato identità e fiducia a un calciatore che qualche anno rappresentava una delle grande promesse del calcio transalpino. Promessa non mantenuta, e lo sa bene la Juve che si è pentita quasi subito del suo acquisto, a zero nell’estate 2019. Non a caso in questi anni ha provato a disfarsene, compresa l’estate scorsa, con il trasferimento al Manchester United (che qualche ora fa si è separato da Cristiano Ronaldo) saltato solo a causa delle elevate richieste di mamma Veronique. E adesso lei e suo figlio Adrien possono prendersi l’agognata rivincita, magari lontano da Torino come fatto intendere dallo stesso ventisettenne prima che iniziasse Qatar 2022 parlando di ultimo anno (di contratto) con la Juventus.
La società targata Exor non è intenzionata a svenarsi per convincerlo a rinnovare, anzi la possibile proposta dovrebbe essere inferiore all’attuale ingaggio, circa 7 milioni più bonus. I bianconeri gli garantirebbero però centralità nel progetto tecnico futuro, a prescindere dalla permanenza o meno di Allegri. Tradotto: qualche chance al prolungamento va data. Se poi, legittimamente, Rabiot volesse monetizzare al massimo il suo periodo d’oro e un Mondiale da protagonista, ecco che il divorzio dopo quattro anni sarebbe inevitabile. Un divorzio che difficilmente può avvenire già a gennaio, perché la sua partenza nella seconda cruciale parte di stagione sarebbe una grave perdita per la squadra e perché nessun club offrirebbe 15-20 milioni per un calciatore in scadenza a giugno. Più verosimile, dunque, l’addio con il medesimo status del 2019, quello da parametro zero. Stavolta, però, la destinazione potrebbe essere quella Premier League sfiorata più volte.
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