Dani Alves, a sorpresa tra i convocati del Brasile per il Mondiale in Qatar, ha parlato dei suoi trascorsi alla Juventus non risparmiando qualche frecciatina
Oggi, stasera per la precisione, esordirà al Mondiale di Qatar 2022 il Brasile di Neymar. La Selecao è senza dubbio tra le principali favorite alla vittoria finale, forse la più accreditata visto il tonfo iniziale dell’Argentina. Ma la sfida è comunque molto impegnativa contro una Serbia che rispetto a quattro anni fa è senza dubbio cresciuta e più matura in alcuni uomini chiave. Come lo stesso Milinkovic-Savic. Il Brasile però può ovviamente contare sul talento di gente come Vinicius, Neymar, Rodrygo, Gabriel Jesus e tanti altri.
A sorpresa, per certi versi, il ct Tite ha scelto di portare con sé anche Dani Alves. Il terzino del Pumas ha 39 anni e mezzo, di sicuro nel gruppo è una presenza molto positiva. Ha esperienza da mettere al servizio della squadra, carisma nello spogliatoio, oltre ovviamente a doti tecniche che non vanno via con l’età. Intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport’, l’ex esterno della Juventus è tornato a parlare anche dell’avventura bianconera, non disdegnando qualche frecciatina. “Sono qui per aiutare, ma in campo, non fuori eh? Ma quale leader dello spogliatoio, io mi sono preparato per giocare!”, sottolinea il classe ’83.
Dani Alves, frecciata a Marotta: “L’errore è stato prendermi alla Juve”
Dani Alves ha parlato di come è cambiato il calcio: “È diventato molto fisico, i giocatori oggi sono delle bestie atleticamente. Però il calcio resta uno sport per chi ha i piedi buoni. Correre è un altro sport. Per me il calcio resta un gioco, io sono ancora competitivo perché lo amo”. E poi si torna al passato, alla questione ruolo e caratteristiche: “Dipende sempre dalla squadra in cui giochi. Un esempio: io nella Juve. Quella Juve era una squadra che strutturalmente era fatta per difendere. Io spingevo ma la cosa finiva per entrare in conflitto con l’idea della squadra, e per questo non giocavo quanto mi sarebbe piaciuto. Bisogna scegliere il giocatore adeguato alle esigenze della squadra”.
Tradotto: l’errore è stato della Juve, al tempo di Marotta, di ingaggiare Dani Alves a parametro zero dal Barcellona. E il brasiliano conferma: “Per questo sono rimasto poco. Hanno preso un giocatore con un potenziale offensivo bestiale, ma non gli serviva uno così. Non avevo mai calciato lungo in vita mia, non potevo certo cominciare a 33 anni. Hanno fatto la scelta sbagliata“. In nazionale ci sono due juventini, Alex Sandro e Danilo. “Danilo è il giocatore con cui mi trovo meglio, nonostante giochi nella mia stessa posizione. Stiamo bene perché quando siamo insieme cacciamo via la noia. È una persona di grandissima intelligenza, che adora il calcio. È l’unico con cui posso parlare di altre cose, la conversazione con lui è avanzata, evoluta”.