Clamoroso in casa Juventus: dimissioni in massa del Consiglio di amministrazione, lascia anche Andrea Agnelli
Clamorosa la bomba esplosa nella serata di lunedì: dimissioni di massa da parte del Consiglio di amministrazione della Juventus.
Tutti i membri del Cda si sono dimessi: anche il presidente Andrea Agnelli ha lasciato l’incarico, come confermato anche a Calciomercato.it.
E’ arrivato il comunicato con il quale vengono ufficializzate le dimissioni di tutto il Consiglio di Amministratore. Nella nota si legge che “i membri del Consiglio di Amministrazione, considerata la centralità e rilevanza delle questioni legali e tecnico-contabili pendenti, hanno ritenuto conforme al miglior interesse sociale raccomandare che Juventus si doti di un nuovo Consiglio di Amministrazione che affronti questi temi. A tal fine – si legge ancora nel comunicato – , su proposta del Presidente Andrea Agnelli e onde consentire che la decisione sul rinnovo del Consiglio sia rimessa nel più breve tempo possibile all’Assemblea degli Azionisti, tutti i componenti del Consiglio di Amministrazione presenti alla riunione hanno dichiarato di rinunciare all’incarico”.
Inoltre “ciascuno dei tre amministratori titolari di deleghe (il Presidente Andrea Agnelli, il Vicepresidente Pavel Nedved e l’Amministratore Delegato Maurizio Arrivabene) ha ritenuto opportuno rimettere al Consiglio le deleghe agli stessi conferite. Il Consiglio ha, tuttavia, richiesto a Maurizio Arrivabene di mantenere la carica di Amministratore Delegato”. L’Assemblea che eleggerà il nuovo Consiglio di Amministrazione è stata convocata per il 18 gennaio 2023, mentre è stato nominato oggi come Direttore Generale Maurizio Scanavino.
Nella stessa riunione di oggi, il Cda ha esaminato le criticità mosse dalla Consob e dalla Procura di Torino con riferimento anche alla manovra stipendi. Nel comunicato viene spiegato che la Società ha ritenuto di rivedere al rialzo la stima di probabilità di avveramento delle condizioni di permanenza in rosa per quei calciatori che nel biennio 2019/20-2020/21 hanno rinunciato a parte dei compensi e con cui sono state successivamente concluse integrazioni salariali o “loyalty bonus””.
Inoltre “sulla base delle sopramenzionate possibilità di adozione di legittime metodologie di contabilizzazione alternative, valutato di far decorrere l’accrual pro-rata temporis degli oneri per le integrazioni salariali di luglio/agosto 2020 (per la prima c.d. “manovra stipendi”) e i c.d. “loyalty bonus” di settembre 2021 (per la seconda c.d. “manovra stipendi”) a partire dalla data più remota tra quelle di partenza di una c.d. “constructive obligation” ipotizzate dagli esperti indipendenti (e così, rispettivamente, da giugno 2020 e maggio 2021).
Tutto ciò ha portato a “rettifiche delle stime di oneri di competenza a fine giugno 2020, fine giugno 2021 e fine giugno 2022”. Questi effetti “saranno riflessi in un nuovo progetto di bilancio di esercizio e in un nuovo bilancio consolidato al 30 giugno 2022” che verranno esaminati e approvati in una prossima riunione del Cda e sottoposti all’Assemblea degli Azionisti già convocata per il 27 dicembre 2022.
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