Gli scenari sul futuro della Juventus, bianconeri attesi a una vera rivoluzione: il nome che sale per il dopo Agnelli e i rischi sportivi
Quanto accaduto nella serata di ieri ha generato un netto scossone nel mondo del calcio italiano. Il Consiglio di Amministrazione della Juventus si è dimesso in blocco. Via, tra le altre, le figure apicali, ossia il presidente Andrea Agnelli, il vice presidente Pavel Nedved e l’amministrazione delegato Maurizio Arrivabene.
Dimissioni che, come raccontato dalla redazione di Calciomercato.it, sono da considerarsi strettamente collegate a novità in arrivo sulle indagini da parte della Procura di Torino nell’inchiesta Prisma, quanto alle irregolarità nei bilanci della Juventus e la contabilizzazione degli stipendi nel periodo Covid. L’attuale CDA proseguirà in regime di prorogatio per il disbrigo delle questioni correnti fino al 18 gennaio 2023, quando verrà nominato il nuovo consiglio. C’è già il nome del nuovo presidente del club: la EXOR ha comunicato poco fa che sarà Gianluca Ferrero, torinese classe 1963, il nuovo presidente della Juventus. In attesa di capire come si comporrà integralmente il nuovo CDA,
Juventus, la FIGC chiede le carte alla Procura: cosa rischiano i bianconeri
Ci si chiede, naturalmente, quali potranno essere le ripercussioni a livello di campo per la Juventus. Da non sottovalutare il fatto che il direttore sportivo Federico Cherubini resta al suo posto e non a caso ieri c’è stato un incontro tra lui e il tecnico Massimiliano Allegri per pianificare le prossime mosse per quanto riguarda l’area sportiva. Un’area sportiva in attesa di capire se dall’inchiesta penale potranno esserci degli effetti per quanto riguarda la giustizia calcistica. Il processo sportivo, in merito alla questione plusvalenze, dopo due gradi di giudizio aveva assolto la Juventus, insieme ad altre dieci società, tra cui Napoli, Sampdoria e Genoa. Ma la Procura federale ha richiesto le carte a quella di Torino, per capire se esiste la possibilità di aprire un nuovo fascicolo relativo al dilazionamento degli stipendi, alle scritture private con i giocatori e alle relative irregolarità di bilancio. I rischi per il club potrebbero ricadere nella fattispecie prevista dall’articolo 31 comma 3 del codice di giustizia sportiva: “La società che pattuisce con i propri tesserati o corrisponde comunque loro compensi, premi o indennità in violazione delle disposizioni federali vigenti, è punita con l’ammenda da uno a tre volte l’ammontare illecitamente pattuito o corrisposto, cui può aggiungersi la penalizzazione di uno o più punti in classifica”.