Tornano le cartoline dal Mondiale, oggi si concluderanno altri due gironi: Rabiot ancora al top, Di Maria tra i flop
Nella giornata di oggi si decideranno le sorti del Gruppo C, con due match in contemporanea alle ore 16, e del Gruppo D, che invece giocherà alle 20: tornano le cartoline dal Mondiale con i top e flop.
FRANCIA
ADRIEN RABIOT sugli scudi. Sta giocando un Mondiale da protagonista, impreziosito da un gol e un assist nella prima partita contro l’Australia. Nel 4-2-3-1 Deschamps lo schiera davanti alla difesa con il 2000 Tchouameni del Real Madrid: il centrocampista della Juventus è quello che ha più libertà di manovra, di andare. La Francia è già qualificata e lui davanti a sé ha la possibilità di giocarsi il miglior Mondiale possibile per costruirsi anche un futuro tutto da scrivere. Questo è stato lo stesso Rabiot a dirlo in modo chiaro e il contratto in scadenza a giugno prossimo con la Juventus apre un fronte interessante, che unito al momento del club bianconero diventa deflagrante dal punto di vista del mercato che potrà riguardare il francese. A questo punto pensare ad una trattativa per trattenere Rabiot a Torino diventano molto, molto difficile: dall’entourage del giocatore era trapelata la soglia di un nuovo contratto con l’ambizione di un ingaggio intorno ai 9-10 milioni di euro. Oggi con la Tunisia una nuova vetrina: c’è da capire se dal primo e se Deschamps farà tirare un po’ il fiato ad Adrien e inserirlo in corsa. Ma verosimilmente la storia tra Rabiot e la Juventus sempre proprio ai titoli di coda.
DANIMARCA
KASPER DOLBERG è un po’ l’immagine di una Danimarca che mette a forte rischio il suo passaggio del turno affrontando l’Australia. Il pareggio con la Tunisia all’esordio è probabilmente il risultato che alla fine potrebbe aver compromesso di più il cammino, la sconfitta con la Francia poteva essere messa in conto. Certamente oggi c’è un risultato solo, la vittoria: non centrarla replicherebbe il flop del 2010, finora l’unica partecipazione delle sei a un Mondiale, chiusa ai gironi. Per adesso si è rivettato sicuramente nel cono d’ombra di un periodo negavo che dura da troppo l’attaccante Kasper Dolberg: il ct Hjulmand gli ha dato 65’ con la Tunisia e 17’ subentrando dalla panchina con la Francia. Continua il digiuno del gol che comincia da Siviglia, dove Sampaoli lo ha fatto giocare pochissimo utilizzando da terminale offensivo Isco, Lamela, Mir, En-Nesyri, ma non lui. Dall’Ajax era uscito come una grand promessa di uno dei vivai migliori d’Europa, al Nizza, dopo il primo anno la flessione: ha segnato 12 gol in due Ligue 1, ne aveva fatti 21 tra l’Eredivisie 2018-2019 e la prima esperienza francese. Insomma in tanti si chiedono dove sia finito Dolberg, che ha solo 25 anni. Il rischio è questo Mondiale passi senza darne traccia. A meno che non arrivi lo scatto d’orgoglio.
Cartoline dal Mondiale: Di Maria non ingrana, Renard per l’impresa
ARGENTINA
ANGEL DI MARIA deve dare una forma definitiva al suo Mondiale. Finora non ha inciso come richiederebbero la sua storia e il suo talento da star di primo piano. La prestazione offerta con l’Arabia Saudita, se a livello personale può averlo rinfrancato, è stata cancellata dalla debacle di squadra e dalla sconfitta finale contro la nazionale asiatica. E contro il Messico si è visto poco o nulla. E’ tra i giocatori che su questo Mondiale ha riposto le migliori speranze e ha puntato tanto, scegliendo anche in estate un club, la Juventus, che gli consentisse di giocarsi le carte per arrivare in discesa in Qatar, giocando con buon continuità. Ora serve anche un suo acuto, perché l’Argentina non si è complicata tanto la vita, ma il passaggio agli ottavi non può darlo per scontato. E poi c’è il futuro nel club. La prospettiva che vincere il Mondiale possa portare El Fideo al ritiro in questo momento è meglio parcheggiarla e aspettare il finale. Cosa accadrà con la nuova classe dirigente Juve che sta nascendo dopo il ribaltone è tutto da vedere. CI sarà un altro in bianconero per Di Maria o il ritorno a casa?
ARABIA SAUDITA
HERVÈ RENARD sì. Scegliamo anche il ct dell’Arabia Saudita come volto di questa terza e ultima giornata di gare per i gruppi C e D. Perché a 62 anni si è preso la soddisfazione non da poco di imbrigliare Messi e l’Argentina (forse più di tutti il dirimpettaio Scaloni) battendoli nella gara d’esordio del girone. Il discorso alla squadra a fine primo tempo e il ribaltone innescato con la rimonta in cinque minuti appena rientrato in campo, è diventato virale e spiega tante cose di come un tecnico possa entrare nella testa e nel cuore dei suoi giocatori. Mettiamoci la qualificazione in Qatar ottenuta da primi classificati del girone B della terza fase. Renard, che per amanti del gossip e delle amenità è anche il ct bello, accostato per somiglianza al danese Nikolaj Coster-Waldau – che poi è Jaime Lannister nel Trono di Spade – sembra proprio essere soprattutto un ct con i fiocchi: ha vinto due Coppe d’Africa con due nazionali diverse, lo Zambia nel 2012 e la Costa d’Avorio nel 2015. Ora ha il sogno del cassetto di eguagliare il traguardo degli ottavi di finale del 1994, quando poi arrivò la sconfitta con la Svezia.