Il presidente della Federcalcio ha risposto in modo piccato al numero uno della Liga Tebas che ieri ha attaccaco i bianconeri e Andrea Agnelli
Il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina è uscito allo scoperto in merito alle dimissioni di tutto il Cda della Juventus e sul possibile rinvio a giudizio degli ormai ex vertici della società bianconera con annesso rischio penalizzazione in campionato.
Il numero uno della FIGC getta un po’ d’acqua sul fuoco a margine dell’evento in quel di Napoli intitolato ‘Calcio e Welfare’: “Se vogliamo andare sul linciaggio di piazza non è un problema, ma stiamo calmi perché temo che quel tema possa riguardare anche altri soggetti. Non mi piace l’idea di sanzionare alcune realtà, nel caso specifico la Juventus, prima che ci sia un processo. Ci sono delle indagini, ci sono delle acquisizioni di atti, la nostra procura è allertata, ma non conosciamo l’esito e lasciamo andare avanti la magistratura ordinaria. C’è comunque un collegamento tra i due rami della giustizia, ma aspettiamo cosa emerge dal processo e poi facciamo una riflessione sul sistema. Non colpevolizziamo e sanzioniamo i soggetti prima delle indagini”.
Gravina si è espresso anche a proposito dell’attacco di Tebas, presidente della Liga, ad Andrea Agnelli e alla stessa Juve: “Anche qui vediamo alcune riflessioni e attacchi gratuiti da parte di chi dovrebbe guardare in casa sua. Credo siano piuttosto fuori luogo. L’Uefa è un organo internazionale in contatto con noi, quindi aspettiamo il processo e poi traiamo le conclusioni”.
A Napoli, Gravina ha anche parlato delle assimilazioni con il caso D’Onofrio: “La vicende del Cda della Juventus e dell’ex procuratore arbitrale dell’Aia Rosario D’Onofrio hanno un minimo comun denominatore, sono una mia denuncia“. E poi, pur mantenendo un atteggiamento garantista, sottolinea: “La Federazione non fa sconti. E’ sicuramente per un principio di garanzia per tutti ma c’è un momento in cui il calcio ha l’esigenza di accumulare tutte le negatività e di scaricarle – ha detto, come scrive l’ANSA -. Credo che in questi 4 anni ci siano stati tanti elementi di valutazione che fanno capire il nostro modo di essere e di agire. Quindi sottolineo: garantisti sì, siamo per un sistema di tutela, ma il mondo del calcio ha una grande capacità“.
E conclude: “Ne usciremo ma a una sola condizione: con la capacità di essere coerenti nell’applicare e nel pretendere rispetto delle regole e soprattutto nel punire, se bisognerà punire, ma nell’assolvere se nel caso di assolvere”.
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