Arrivano novità importanti in merito al futuro della Superlega. Ecco le conclusioni dell’avvocato generale della Corte Ue
Il sogno Superlega non è ancora svanito. Real Madrid, Barcellona e Juventus non hanno mai nascosto di continuare a credere nel progetto, che di fatto ha l’obiettivo di sostituire la Champions League.
Il prossimo aprile sarà un mese importante per capire se i due club spagnoli e i bianconeri potranno, davvero, sperare di vedere nascere la nuova competizione: in quei giorni infatti è attesa la sentenza del Tribunale dell’Ue in merito alla causa intentata dalla Superlega a Uefa e Fifa per il presunto monopolio illegale sull’organizzazione delle competizioni internazionali.
Nel frattempo, come riporta Sportmediaset, l’avvocato generale della Corte Ue, Athanasios Rantos, ha presentato la propria conclusione, non vincolante ai fini della sentenza: “Le norme della Fifa e della Uefa che sottopongono ad autorizzazione preventiva qualsiasi nuova competizione sono compatibili con il diritto della concorrenza dell’Unione”.
Juventus, momento no: tra campo e bilanci
E’ un momento complicato per la Juventus e i suoi tifosi. Il club bianconero, come è noto, è alle prese con una nuova bufera, in seguito alle indagini della Procura di Torino. La Vecchia Signora vive un’instabilità importante, dovuta alle dimissioni dell’intero Cda.
Guardare al futuro per la Juventus non è certo facile. Lo scorso 3 dicembre è stata certificata una perdita – nel nuovo bilancio 2022 – di 239,3 milioni di euro. Nell’esercizio precedente furono 226,8 milioni.
Le tante operazioni sbagliate, come l’acquisto di Cristiano Ronaldo, e il Covid hanno peggiorato i conti del club. Stare al passo con i top team ad oggi è pura utopia. Andrea Agnelli con il campione portoghese aveva sognato di conquistare la Champions League. Oggi la realtà è un’altra: i bianconeri hanno mancato l’accesso agli ottavi di finale e le finanze non sorridono. Servirà dunque tempo e pazienza per tornare grandi e senza i tanti soldi della Superlega potrebbe essere più difficile.