Tifosi dell’Argentina in tripudio per la vittoria dei Mondiali hanno accolto i propri beniamini per le strade di Buenos Aires.
Un successo che mancava da tanto, troppo tempo. Un sogno finalmente diventato realtà. Un obiettivo che Leo Messi aveva messo in cima alla lista dei suoi desideri, e che con tenacia e spirito di abnegazione è riuscito a conquistare.
La vittoria di un popolo, che non ha avuto alcuna remora ad aggrapparsi al proprio calciatore più rappresentativo, che si è letteralmente preso la squadra sulle spalle, trascinandola lì dove non tutti credevano potesse arrivare.
Il trionfo dell’Argentina è questa e tanto altro. La Scaloneta – dopo le ore trascorse in Qatar – si è tuffata nell’atmosfera trascinante di casa. Le strade di Buenos Aires pullulano di supporters dell’Albiceleste che definire in tripudio sarebbe solo ed esclusivamente un eufemismo. Il giro della città con il pullman scoperto da tempo è partito, e sta calamitando le attenzioni di un Paese che si sta godendo il suo momento. La vittoria riportata contro la Francia ha letteralmente acceso gli entusiasmi dei supporters dell’Argentina, che non vogliono perdersi neanche un minuto del ritorno a casa dei propri beniamini, di cui stanno seguendo gli spostamenti passo dopo passo.
Argentina, la festa per le strade di Buenos Aires continua
Messi e compagni, tra ali di folla clamorosamente gremite, hanno oltrepassato da qualche minuto Avenida Larrazabal: mancano ancora molti km dal centro della città, e non è un caso che nelle ultime ore si stia ventilando la possibilità di utilizzare un elicottero per arrivare direttamente a Plaza de la Republica.
Si tratta di un’ipotesi da non scartare a priori, soprattutto se il pullman dovesse continuare a rallentare la sua marcia. Ricordiamo che in giornata è stata indetta la festa nazionale, per celebrare a pieni polmoni il ritorno a casa dell’Argentina, che è riuscita a sollevare la Coppa dei Mondiali a 36 anni di distanza dal trionfo della compagine di Diego Armando Maradona. L’Albiceleste non arriverà però a Casa Rosada, sede dell’esecutivo: la scelta è stata motivata dalla volontà di non creare commistioni tra la sfera statale e quella sportiva.