L’Inter è vecchia e fa fatica a ringiovanirsi. Una triste realtà dalla quale Zhang sta cercando di scappare e di invertire la rotta. Prima, però, bisogna fare mercato in uscita oppure avere il coraggio di investire sui giovani talenti della Primavera
Un’Inter sempre più giovane e italiana. Era questo l’obiettivo che Beppe Marotta si era dato l’estate scorsa ed è questo obiettivo che deve perseguire anche nelle prossime sessioni di mercato se si vuole garantire un futuro competitivo alla squadra nerazzurra, sia in campo nazionale che internazionale.
In base al calcolo delle rose e dei giocatori impiegati, l’anno scorso in Serie A l’Inter è risultata la squadra con l’età media più alta del campionato con 29 anni. 29 anni contro, per esempio, i 26 anni del Milan campione d’Italia o addirittura i 24 dello Spezia. Questa estate è iniziata l’opera di ringiovanimento con gli arrivi di Bellanova (22) e Asllani (20) al posto dei vari Perisic (33), Vecino (30), Kolarov (36), Ranocchia (34), Caicedo (33), Vidal (35) e Sanchez (33). Con gli arrivi di Acerbi e Mkhytarian, però, l’Inter si è confermata la squadra con la rosa più vecchia. Al momento, nella classifica dei giocatori impiegati, si trova seconda con una media di 28.2 anni. Dietro solamente alla Sampdoria, capolista con 28.3.
L’Inter, oggi più che mai, ha bisogno di investire sui giovani anche perché Zhang non ha alcuna intenzione di vendere, anzi… Ma questo si scontra con i problemi finanziari della squadra che, ancora una volta, ha chiuso con un bilancio in rosso, e non si può permettere di intervenire sul mercato. Soprattutto su quello di gennaio. I 12 giocatori in scadenza dell’Inter, a parte Gagliardini e Dalbert, verranno probabilmente rinnovati tutti, per necessità e per mancanza di alternative. E ben 7 di questi giocatori sono over 30. L’Inter ha messo sugli occhi su Giorgio Scalvini, classe 2003 dell’Atalanta, ma la Dea chiede 40 milioni. Ecco perché questo processo di ringiovanimento passa prima per alcune cessioni, importanti, che possano permettere ai nerazzurri di risanare i conti in rosso e investire capitale sul mercato. Sui giovani. Ad oggi, da Lautaro a Dumfries, nessuno è incedibile.
Un’alternativa potrebbe essere quella, con coraggio, di impiegare qualche giovane talento della Primavera.
Ma l’Inter sembra essere ancorata a quella che in Italia è una cultura difficile da superare, dove i giovanissimi vengono usati per fare mercato e non vengono coltivati all’interno della propria squadra. Basti pensare a Casadei, ceduto al Chelsea per 15 milioni più bonus. E ancora oggi, con una Primavera che l’anno scorso ha vinto il campionato, alcuni giocatori vengono spediti in altre squadre a fare le ossa e poi usati come oggetti di mercato.
E all’Inter, di talenti, ce se sono davvero tanti. Giovanni Fabbian, centrocampista classe 2003 ora alla Reggina, Facundo Colidio, attaccante classe 2000 in forza al Tigre. O ancora Nikolaos Botis, 2004 che gioca in porta, Luca Di Maggio, altro classe 2005 a centrocampo. E poi Valentin Carboni, che ha bisogno di poche presentazioni. Il 17enne ha già collezionato 9 convocazioni in prima squadra e ha esordito in serie A per 2′ contro la Roma. Forse Inzaghi potrebbe osare un po’ di più.
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