L’ex dirigente della Juventus ha ricordato le vicende che coinvolsero il club bianconero nello scandalo del 2006 e non solo
Dopo l’intervento a margine dell’Assemblea dei soci in casa Juventus dello scorso 27 dicembre, questo pomeriggio l’ex dirigente bianconero Luciano Moggi è stato ospite in diretta su Calciomercato.it in onda su TV Play.
All’ex Juve è stato chiesto innanzitutto un bilancio su quella che complessivamente era stata la sua gestione da dirigente a Torino: “Ho vinto senza grandi disponibilità economiche. Dovevamo acquistare a basso costo e vendere ad alto prezzo. Mi sembra che ci siamo riusciti abbastanza bene, vincendo e collaborando con la Nazionale. I nostri calciatori hanno dato un grande contributo a Berlino per diventare campioni del mondo. Ce n’erano quattro per la nazionale Francese e cinque per l’Italia, nella stessa partita giocavano nove calciatori della stessa squadra. Una squadra che ho fatto senza spendere soldi, sarà un caso ma da quando la Juve è sparita poi la Nazionale ha fatto fatica e per due volte non è riuscita a qualificarsi ai Mondiali”.
Inevitabile un passaggio sull’inchiesta Calciopoli, vicenda che lo vide protagonista e che portò – com’è noto – a pesanti sanzioni per la sua Juventus: “Penso che sicuro ci siamo difesi mali, venne accettata la Serie B con penalizzazione. Peccato che la sentenza finale di quel processo raccontò di un campionato regolare e nessuna partita falsata”.
Vicenda Juve, Luciano Moggi: “Inchiesta riaperta per un motivo”
L’ex dirigente ha poi speso qualche parola anche sull’attuale inchiesta che ha colpito la Juventus e che ha portato alle dimissioni dell’intero Cda bianconero lo scorso novembre.
Questo il pensiero di Moggi: “La Juve fa notizia perché è il capro espiatorio. Personalmente io dico che non conosco le carte e non possono esprimere giudizi, se hanno aperto significa che ci sono elementi probanti. Se andiamo a leggere la sentenza 21/66 del 2018 quando fu fatta la querela dal figlio di Facchetti, finisce con la condanna al soggetto che ha fatto la querela”.
L’ex Juve ha spiegato cosa contiente chiavetta consegnata ad Agnelli: “Ci sono tutte le intercettazioni di Calciopoli, tutti. Si possono tranquillamente ascoltare. La viva voce dei protagonisti. E stabilire chi erano i veri colpevoli. Io non faccio questo per incolpare. Assolutamente no. Perché la gente è tranquillamente libera di decidere tra virgolette chi ha fatto e chi non ha fatto. Ho soltanto fatto questo per discolparmi di colpe che non ho mai avuto”.
Tornando sulla vicenda Calciopoli: “Non credo che ci siano accanimenti particolari, però come diceva sempre il presidente del Coni Gianni Petrucci “Chi vince troppo non fa l’interesse del proprio sport”, e la Juventus vinceva sempre. Ecco perché probabilmente è nata Calciopoli”.
Infine, la sua opinione su un calcio che continua a soffrire dei mali del passato: “Se mi sento come uno che ha corrotto il calcio italiano? Sono uno che si è sentito fregato“.