In campo da squalificato grazie a un ‘cavillo’: il caso che può cambiare il calcio

In Spagna il caso che potrebbe portare a una reazione a catena pericolosissima nel calcio

Un precedente molto pericoloso per il futuro del calcio. Quanto successo in queste ore potrebbe creare i presupposti per cambiare le regole e creare continue battaglie legali e colpi di ricorsi. È lo scenario dipinto che qualcuno immagina dopo il caso Lewandowski che sta facendo discutere tantissimo in Spagna.

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Infantino © LaPresse

Il Barcellona torna così al centro delle polemiche in patria, ma non solo. Come sappiamo, i blaugrana sono da mesi, anzi da anni, sotto la lente d’ingrandimento della Federcalcio spagnola e dell’Uefa. Colpa dei bilanci disastrosi e dei debiti di queste ultime stagioni, il Fair Play Finanziario: una serie di aspetti che ha portato i catalani a una profonda crisi economica e quindi sportiva. Una situazione che sembrava disperata e ha generato l’addio del suo simbolo più grande, Lionel Messi. Poi la società in qualche modo ha cominciato a sistemare la situazione, ha ceduto e ridotto gli ingaggi in maniera importante. Anche se alcuni ancora storcono il naso per gli ultimi acquisti roboanti del Barcellona. Da Ferran Torres a Lewandowski e Raphinha. Ora al Camp Nou si torna a respirare aria di polemiche anche dal punto di vista della giustizia sportiva.

Il Barcellona schiera Lewandowski squalificato, l’Espanyol fa reclamo: cosa è successo

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Lewandowski © LaPresse

Andando per gradi. Lo scorso 8 novembre, nell’ultima giornata di campionato dell’anno prima della pausa Mondiale, il Barcellona ha vinto 2-1 in casa dell’Osasuna. Nonostante l’espulsione di Robert Lewandowski, che abbandonando il campo si è esibito in un gesto giudicato poi in maniera pesantissima. Il polacco si è infatti portato il dito sulla narice indicandola due volte. In Spagna le istituzioni l’hanno interpretata – nonostante la smentita del bomber – come un’insinuazione pesante nei confronti dell’arbitro Gil Manzano o degli avversari, e il giudice sportivo lo ha punito con tre giornate totali di squalifica. Lo scorso 31 dicembre, alla ripresa del campionato, Xavi ha comunque schierato Lewandowski, nel derby pareggiato 1-1 con l’Espanyol. Questo perché il Barcellona ha presentato ricorso alla giustizia ordinaria per tutelare il diritto al lavoro di un proprio assistito, ottenendo di far giocare al polacco in via cautelare il derby.

Il fatto non è ovviamente piaciuto all’Espanyol, che ha diramato un comunicato dopo che la federcalcio non è andata in contrasto con il tribunale di Madrid. Il secondo club di Barcellona ha presentato “reclamo alla Federcalcio spagnola reale (RFEF) per contestare la partita contro l’FC Barcelona per schieramento improprio. L’RCD Espanyol utilizzerà tutte le risorse a sua disposizione per difendere i propri interessi, consapevoli che questa flagrante ingiustizia mette a rischio l’essenza della nostra competizione”. Questo non sarebbe potuto accadere in Serie A, dove si cerca di preservare l’autonomia del calcio. Anche se durante la pandemia ci sono stati verdetti in contrasto con il diritto sportivo. Ma il precedente Lewandowski rischia di scatenare un effetto domino, perché a questo punto qualsiasi club, almeno in determinati casi, potrebbe – in caso di squalifica – scavalcare la giustizia sportiva e ricorrere a quella ordinaria. Anche la Fifa vigilerà.

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