Si è spento a Londra Gianluca Vialli, dopo una lunga malattia: l’ex attaccante fino a qualche settimana fa era capo delegazione dell’Italia
Non ce l’ha fatta, Gianluca Vialli, al termine di una lunga battaglia. Malato da tempo di tumore al pancreas, l’ex attaccante si è spento questa mattina, all’età di 58 anni, a Londra, dove era ricoverato nelle ultime settimane.
Fino a poche settimane fa era ancora capo delegazione dell’Italia, ruolo che aveva dovuto abbandonare per un nuovo ciclo di cure. Ma la malattia, purtroppo, non gli ha dato scampo. Il mondo del calcio piange uno degli attaccanti più prolifici della sua generazione e una delle figure più iconiche, fuori dal campo, della cavalcata dell’Italia a Euro 2020. Insieme all’amico di sempre, Roberto Mancini, aveva contribuito a costruire un gruppo, quello azzurro, diventato vincente e che anche attorno a lui si era stretto, cementandosi e giungendo a una grande impresa. A ricoprire quel ruolo il Nazionale, avrebbe voluto tornare e il clan azzurro lo attendeva a braccia aperte, nella speranza di rivederlo di nuovo lì, nei raduni a Coverciano e nel gruppo partita. Ma questa volta, Vialli, pur lottando come aveva sempre fatto da giocatore e non solo, ha dovuto abbandonare il campo per sempre.
Da giocatore, aveva vestito, in Italia, aveva iniziato con la ‘sua’ Cremonese, meritandosi un soprannome legato a un suo celebre concittadino, StradiVialli. E con esso, la chiamata in Serie A dalla Sampdoria, otto anni in blucerchiato con tanti successi: tre coppe Italia, la Coppa delle Coppe e poi lo scudetto del 1991, con il trionfo in Coppa dei Campioni sfumato solo ai supplementari contro il Barcellona, l’anno dopo. Un trionfo che avrebbe trovato nel 1996 con la maglia della Juventus, a conclusione di un quadriennio in cui aveva vinto anche un altro scudetto, una coppa Italia e una coppa Uefa. Poi, l’esperienza al Chelsea per chiudere la carriera da calciatore e iniziare quella di allenatore, durata quattro anni tra i Blues e il Watford, e ancora numerose esperienze extra campo. Con la maglia della Nazionale, 59 presenze e 16 gol e il terzo posto nei Mondiali casalinghi di Italia ’90.
La FIGC lo ricorda con un comunicato ufficiale in cui predispone un minuto di silenzio su tutti i campi: “Il calcio italiano non piange soltanto il capo delegazione della Nazionale: piange un grande uomo, che prima ancora era stato un grande attaccante e un apprezzato allenatore. La scomparsa di Vialli, che arriva pochi giorni dopo quella di Sinisa Mihajlovic, lascia un vuoto incolmabile in tutta la famiglia del calcio italiano. Per ricordarlo la Federazione ha disposto un minuto di raccoglimento da osservare prima di tutte le gare dei campionati di calcio in programma nel prossimo fine settimana”. Il presidente federale Gabriele Gravina dichiara: “Sono profondamente addolorato, ho sperato fino all’ultimo in un altro miracolo. Quello che ha fatto per il calcio italiano e la maglia azzurra non sarà mai dimenticato, Gianluca era una splendida persona e lascia un vuoto incolmabile”.