Ripercorriamo tutte le tappe del belga ‘italiano’: dalla trattativa per il suo acquisto alle critiche
Non decolla l’avventura in rossonero di Charles De Ketelaere. Il fantasista belga è stato il grande colpo dell’ultimo calciomercato estivo. Un affare da ben 32 milioni di euro più 3 di bonus, che inevitabilmente ha fatto crescere le aspettative su di lui.
Dalle parti di via Aldo Rossi, sul talento dell’ex Club Brugge nessuno pare avere dei dubbi. Anche Federico Giunti, intervistato ieri in esclusiva a Calciomercato.it, ha affermato, di fatto, quanto continua a sostenere Stefano Pioli: “Fino a questo momento ha espresso la metà del suo potenziale. E’ stato investito di un ruolo troppo importante. Sarebbe dovuto essere colui che avrebbe fatto fare il salto di qualità alla squadra ma è giovanissimo. Sulle qualità non si discute ma viene da un campionato diverso, può starci perfettamente nel Milan ma ci vuole tempo, aspettiamolo come fatto con Tonali”.
Milan, grande fiducia in De Ketelaere
Paolo Maldini e Frederic Massara in estate avevano altre possibilità ma hanno deciso di andare all-in sul belga, abbandonando altre piste. Non è un segreto che il Milan fosse seriamente interessato a Noa Lang e ad Hakim Ziyech ma la scelta è stata un’altra.
La trattativa per mettere le mani su De Ketelaere è stata lunga e faticosa: la dirigenza rossonera, come ricorderete, ha potuto premere il piede sull’acceleratore solo una volta firmati i contratti sul rinnovo. Dal primo luglio Maldini e Massara hanno così potuto lavorare sul grande colpo da mettere a segno.
Tutti, in quel di Casa Milan, non avevano dubbi: serviva un calciatore giovane e di talento per migliorare la trequarti e De Ketelaere rappresentava il profilo perfetto.
Milan-De Ketelaere: la lunga trattativa
Nei primi giorni di luglio è così arrivata la prima offerta. Un’offerta esplorativa per capire le reali richieste del Club Brugge. Il Milan aveva messo sul piatto una ventina di milioni. Troppo pochi per una squadra senza difficoltà economiche. De Ketelaere, inoltre, era stato sondato da diversi club di Premier League, che non si fanno problemi ad accontentare le richieste di qualunque squadra.
L’offerta rossonera è stata così rispedita al mittente. Servivano ben 40 milioni, era questa la cifra iniziale voluta dalla squadra belga. Se dal Brugge i segnali erano stati negativi, lo stesso non si poteva dire per il giocatore, che ha subito aperto al trasferimento al Milan.
In Belgio il campionato italiano è ancora considerato top e dall’Inghilterra nessuna big si era davvero mossa. C’era l’interessamento da parte dell’Arsenal ma nulla di concreto. L’unica squadra a provarci seriamente è stato il Leeds, che ha subito soddisfatto le richieste del Brugge. Serviva dunque solo il sì di De Ketelaere, che però non è mai arrivato.
Il Milan forte del sì del giocatore (accordo per circa 2,5 milioni di euro netti a stagione) e di una concorrenza, respinta dallo stesso belga, è andato avanti, provando a far cadere il muro da 40 milioni eretto dal Club Brugge. E’ così arrivata una seconda offerta che raggiungeva i 30 milioni attraverso i bonus. Ancora, però, troppo bassa.
La svolta c’è stata il 27 luglio, quando Maldini e Massara sono volati a Lugano, incontrando la dirigenza del club belga. Lì le parti si sono avvicinati, con il Brugge che ha deciso di scendere fino a 35 milioni di euro.
Nei frattempo arrivano segnali chiari che la trattativa fosse ormai entrata nel rettilineo finale: De Ketelaere era tornato ad allenarsi ma la testa era al Milan. Nel match di Supercoppa era rimasto fuori, come nelle gare successive, salutando i propri tifosi.
De Ketelaere a Milano: dall’esordio alla crisi
L’addio era inevitabile e il Club Brugge ha così deciso di accettare l’offerta da 32 milioni di euro più 3 di bonus. De Ketelaere è potuto sbarcare a Milano, accolto da un bagno di folla come i grandi campioni. I paragoni con Kaka, anche per via di un viso da bravo ragazzo, si sono sprecati.
L’attesa già prima del suo arrivo erano dunque altissima. I tifosi non vedevano l’ora di vederlo in campo. L’esordio c’è stato il 13 agosto, in casa: 19 minuti positivi che avevano lasciato ben sperare. Contro il Bologna, poi, arriva la prima da titolare: tante giocate d’alta scuola e un assist per Leao. Il Milan aveva scelto il giocatore giusto: tutti, ormai, erano convinti che i rossoneri avessero fatto un affare.
Anche nelle successive partite non sono mancate le giocate di classe che fanno venire gli occhi lucidi ai tifosi. Nel derby sbaglia in copertura sul gol di Brozovic ma in avanti si mostra pericoloso, anche se si accende ad intermittenza.
Serve il gol per sbloccarsi. Gol che arriva contro la Sampdoria ma che viene annullato. Anche contro il Napoli riesce a mettersi in mostra ma non senza essere davvero decisivo.
Si ferma così per un piccolo problema muscolare. Rientra contro il Monza e sbaglia un gol clamoroso, a risultato acquisito. Da lì De Ketelaere comincia a far male. Dopo le prestazioni deludenti in Champions League e a Torino, Pioli inizia a concedergli sempre meno spazio. Il 2022 si chiude così in panchina contro la Fiorentina.
Pioli continua a predicare calma ed invita ad avere fiducia nel giocatore. “Charles è pronto fisicamente e mentalmente, faccio grande affidamento su di lui“: sono parole del mister alla vigilia della sfida contro i giallorossi. Il 2023, d’altronde, si era aperto con una buona prestazione ma un super Ochoa e una poca cattiveria sotto porta gli avevano negato la gioia del gol contro la Salernitana.
Contro i giallorossi, come successo in Campania, però, va ancora in panchina. Ormai il titolare è Brahim Diaz. Con i capitolini Pioli gli concede solamente gli ultimi 5 minuti. Così appare davvero difficile pensare che il mister nutra fiducia in lui.
Oggi, dopo cinque mesi, è inevitabile affermare che l’avventura in rossonero di De Ketelaere sia negativa. Servirà del tempo per dare un giudizio definitivo sul talento belga ma il Milan, che aveva perso un titolare come Kessie, forse, avrebbe potuto fare altre scelte.
De Ketelaere ha qualità da campione, questo appare evidente ma è apparso fragile mentalmente. Fino a questo momento non ha saputo gestire le pressioni, il peso dell’importante maglia che indossa e Pioli, nonostante le belle parole, ha preso altre scelte. Serve uno switch mentale per poter vedere davvero il miglior De Ketelaere.