Suning è proprietaria del club nerazzurro dal 2016. Nell’ottobre 2018, a soli 27 anni, Steven Zhang ha assunto la carica di presidente
Se in campo è tornata a manifestare quei grossi difetti palesatisi nella prima parte di stagione, dopo aver illuso alla prima del 2023 con la vittoria contro la capolista Napoli, fuori l’Inter rimane in una situazione molto delicata. Il riferimento è ovviamente è ai problemi di natura economica che ormai da tre anni a questa parte incidono in maniera pesante sul club che la famiglia Zhang possiede dal 2016.
Debiti e ancora debiti, in mezzo la cessione dei big come Lukaku e Hakimi finanche il sacrificio di qualche talento come Casadei: così la proprietà cinese, una proprietà di fatto senza portafogli dopo aver investito 600-700 milioni nei primi anni, è riuscita fin qui a mantenere il controllo dell’Inter, con Steven – presidente dal 26 ottobre 2018 – sempre più presente a Milano vicino la dirigenza che in questi difficoltosi tre anni è stata costretta a fare i salti mortali.
Gli errori, pure gravi in sede di mercato, non sono stati pochi, ma nel complesso il lavoro di Marotta, Ausilio e Baccin è stato senz’altro ottimo. Con Suning ancora al timone, però, l’Inter non potrà avere un futuro diverso dal presente. Entro giugno il management dovrà raggranellare una sessantina di milioni per rimettere un po’ in sesto il disastrato bilancio che nel 2022 ha registrato un rosso di 140 milioni.
Ricordiamo che anche i nerazzurri sono rientrati in regime di settlement agreement, con l’UEFA che ha già comminato una sanzione di 4 milioni, più “una potenziale di 22” come ha dichiarato il CFO Antonello nella conferenza post ratifica bilancio del 28 ottobre.
Zhang tra nuovo rifinziamento e cessione del club: due fondi restano interessati all’Inter
Al momento non ci sono i sentori di un addio di Zhang, il quale anzi vorrebbe continuare la sua avventura alla guida dell’Inter cercando di rifinanziare il debito da circa 270 milioni contratto con Oaktree da estinguere a giugno 2024. Al contempo, però, il numero uno della ‘Beneamata’ avrebbe dato mandato a Goldman Sachs (ma non solo) per la ricerca di un socio di minoranza.
Ma la ‘missione’ della banca d’affari non può che risultare fallimentare già in partenza, poiché nessuno investirebbe dei soldi in una società indebitata e non quotata in borsa senza avere il controllo della maggioranza di essa. Diverso invece il caso se Zhang aprisse alla vendita totale del club di viale della Liberazione. Un’apertura in tal senso è già arrivata, ma la cifra richiesta – intorno al miliardo di euro – è stata finora giudicata sempre eccessiva dai potenziali acquirenti. L’interesse per l’Inter permane, secondo quanto appreso da Calciomercato.it ci sono ancora un paio di fondi d’investimento (probabilmente statunitensi) propensi a prendere il club qualora le condizioni di una eventuale operazione diventassero più vantaggiose.