Momento no per la squadra rossonera. Pioli è finito nel mirino della critica così come l’atteggiamento della squadra
Sono passati solo pochi mesi dalla conquista dello Scudetto ma quel Milan sembra davvero un ricordo lontano. La squadra di Stefano Pioli, sicura dei propri mezzi, compatta in difesa e pronta a colpire in avanti con i propri attaccanti, non c’è più.
Nella partita di ieri, i rossoneri hanno mostrato difficoltà evidenti nel trovare la via della rete. Rafael Leao non è entrato bene in campo e Olivier Giroud continua a pagare le fatiche di un Mondiale dispendioso, sia dal punto di vista fisico che da quello mentale. Dietro, poi, come è accaduto contro Salernitana e Roma, alla prima occasione si è subito gol.
Il 2023 – bisogna essere onesti – ci ha restituito un Milan piacevole da guardare. In campionato ha dominato gli avversari ma lo Scudetto sembra aver tolto quella fame, quella concentrazione, che sono stati utili per trionfare.
Stefano Pioli, mai come in questi giorni, è finito nel mirino della critica. Il tecnico rossonero ci sta mettendo del suo, con cambi di modulo – la difesa a tre continua a non convincere – e sostituzioni discutibili. Parlare di un Pioli in confusione è certamente esagerato ma serve che ben presto anche lui ritrovi la retta via. Ma sono soprattutto alcuni dei suoi giocatori che hanno bisogno di tornare quelli dello scorso anno.
Il bel gioco non basta per portare a casa le vittorie: serve determinazione e restare sul pezzo fino all’ultimo secondo. La superficialità non paga. Tonali, da vero capitano, aveva ‘denunciato’ un atteggiamento quasi svogliato dei compagni già ad inizio stagione. Con parole diverse, negli ultimi giorni, lo ha fatto anche Stefano Pioli.
Il Milan, come raccontato, nella serata di ieri, ha deciso di trascorrere la notte a Milanello. Serve riflettere sugli errori fatti per rialzare la testa in vista del match di Lecce e della Supercoppa italiana. Una sorta di mini-ritiro, anche perché già stasera i giocatori torneranno nelle proprie case. Già in Puglia capiremo con quale atteggiamento il Milan affronterà la partita.
E’ presto per trarre delle conclusioni, anche perché Tonali e compagni sono in linea con quanto fatto lo scorso anno. E’ vero che è arrivata l’eliminazione dalla Coppa Italia ma il Milan vincendo le ultime due partite del girone di andata avrebbe un punto in più rispetto alla passata stagione. Senza parlare degli ottavi di Champions League conquistati e della possibilità di alzare un trofeo, la Supercoppa italiana.
Ma i problemi ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. Non è solo una questione di atteggiamento, di cui abbiamo parlato. Il Milan deve fare i conti con la solita infinita lista di infortunati.
Il Diavolo perde col Torino e si punta il dito contro Leao e Giroud, che non sono riusciti a lasciare il segno. E’ vero che la loro prestazione è stata negativa ma è ingiusto prendersela con chi ha tirato la carretta fino a questo momento. La realtà è che sono venute a mancare le alternative.
Nell’undici titolare in pochi sono superiori al Milan (forse nessuno) ma senza panchina, giocando ogni tre giorni è inevitabile fare fatica e perdere punti per strada. Oggi sono out per infortunio Mike Maignan, Rade Krunic, Ante Rebic, Ballo-Toure, Alessandro Florenzi, Ibrahimovic, Simon Kjaer e Divock Origi. Davvero troppi e per molti di questi non si sa con certezza quando torneranno a disposizione.
Il belga e il danese, salvo cambi di programma, ci saranno già a Lecce, per gli altri i tempi sono un po’ più lunghi. In avanti, Giroud, dunque non ha avuto alternative. Assenze pesanti quelle degli attaccanti ma mai come quella di Maignan, per il quale bisogna ancora aspettare. Tatarusanu non sta facendo male ma il francese è un campione, che si porta con se 9-12 punti a stagione. Del ko del francese ne sta risentendo tutta la squadra.
Il calciomercato di solito viene in soccorso ai problemi della squadra ma quello operato da Paolo Maldini e Frederic Massara in estate non ha portato ancora i suoi frutti. Origi, che ha passato più tempo in infermeria che in campo, non ha mai davvero dato una mano alla squadra, come gli altri arrivati.
E’ inevitabile puntare il dito su Charles De Ketelaere. E’ stato il colpo più caro di luglio (ben 32 milioni di euro più 3 eventuali di bonus). Il talento dell’ex Club Brugge non si discute ma fino a questo momento lo ha fatto vedere solo a sprazzi. Al Milan si augurano che faccia lo stesso percorso di Tonali ed è molto probabile che sia così ma Pioli aveva bisogno di giocatori pronti.
Maldini e Massara, però, anche per via delle note vicende societarie, sono stati portati a puntare sui giovani. Giovani ai quali serve del tempo: così anche Adli, Vranckx, Dest e Thiaw hanno dato poco o nulla a questo Milan. E’ vero che qualcuno – il belga e l’americano – sta venendo fuori. Occorre, però, fare in fretta: il Milan ha bisogno di tutti per continuare a lottare per lo Scudetto, vincere la Supercoppa e sognare la Champions League.
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