La Roma contro la Fiorentina dà segnali incoraggianti con la coppia Dybala-Abraham e senza Zaniolo: la percentuale dei gol giallorossi quando Nicolò non è in campo è spiazzante
Forse un caso, forse no. Sta di fatto che la Roma torna a vincere con due gol di scarto e in maniera abbastanza netta, proprio nel giorno in cui Nicolò Zaniolo dà forfait per una forma influenzale che lo ha debilitato e reso indisponibile per il match con la Fiorentina. Di certo a influenzare maggiormente l’andamento della partita è stata l’espulsione dopo 24 minuti di Dodò per doppio giallo, ma poi c’è il discorso tattico.
E il campo ha detto che Tammy Abraham e Paulo Dybala si trovano meglio quando sono soli. E infatti i due gol dei giallorossi si sviluppano entrambi con l’assist dell’inglese per l’argentino. Il risultato è una vittoria con più di un gol di scarto, roba che in casa Roma non si vede spesso, anzi. Ieri in conferenza stampa è stato fatto notare questo aspetto a Jose Mourinho, ovvero che proprio nella sera in cui Abraham e Dybala sono la coppia di riferimento, arriva una vittoria in relativa scioltezza. “Quello che si vede è che i giocatori di qualità hanno questa empatia naturale. Quando Paulo gioca più dietro la sua funzione è diversa, hanno fatto bene ma se giochi con Paulo la palla viene sempre bene. Con alcuni la palla viene quadrata, con Dybala viene sempre rotonda e la posso prendere anche io. È troppo bravo”, ha risposto lo Special One.
Mourinho insomma non raccoglie la provocazione, a differenza di altre risposte in cui ha punzecchiato Inter, Milan e Juve. Anche se il riferimento, all’assenza di Zaniolo, pur non nominato, era ovvio. Tra l’altro dopo Roma-Genoa il portoghese aveva difeso a spada tratta Nicolò per qualche fischio (pochi, a dire la verità) percepito alla sua uscita dal campo. E dopo qualche dichiarazione, tutt’altro che pesante, da parte di Candela.
La Roma ha segnato il 70% dei gol in Serie A senza Zaniolo in campo
Ma l’involuzione tecnica, più che tattica, di Zaniolo è sotto gli occhi di tutti. “Dà sempre il massimo”, dice Mourinho. E su questo nessuno può dire niente. Qualche appunto al 22 giallorosso può arrivare sulle scelte negli ultimi 18 metri, la scarsissima vena realizzativa e di assistenza (2 gol e 3 passaggi vincenti in 17 partite).
Questi sono i dati che più saltano all’occhio. Ma in generale la sensazione è che troppo spesso si perda completamente in area, si intestardisca in mezzo al campo, diventi nervoso a volte senza motivo. E contro il Genoa, tra l’uscita rabbiosa dal campo e lo sfogo in faccia all’arbitro nel tunnel per cui è stato graziato, c’è stata la dimostrazione. L’ennesima. Poi ci sono gli altri numeri che parlano. In campionato la Roma ha segnato 23 gol in 18 partite, pochi. Di questi, ben 16 sono stati segnati quando Nicolò Zaniolo non era in campo, sostituito o indisponibile. In soldoni: il 70% dei gol giallorossi in Serie A arrivano senza di lui.
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Un dato che da solo basterebbe a tradurre quanto visto ieri. In campionato, tra l’altro, per tre volte (Monza, Verona e Fiorentina) la Roma ha vinto con più di un gol di scarto (ovvero due). E in due di queste gare Zaniolo era indisponibile. Al contrario, invece, Dybala e Abraham insieme hanno dimostrato un’ottima intesa: con quelli di ieri sono cinque i gol costruiti in tandem dai due. Basta così? No, perché in tutti e cinque i gol (Juventus, Monza, Empoli e Fiorentina) Nicolò non era appunto in campo.
Numeri significativi che impongono delle riflessioni a tutti. A Mourinho in primis, ma poi anche alla società e magari allo stesso giocatore su contratto e futuro. Sono giorni e settimane di pensieri, dichiarazioni. A inizio gennaio Pinto ha ostentato tranquillità sul rinnovo di Nicolò: “Alla fine troveremo una soluzione”. Ieri il gm sull’assenza del 22 è stato lapidario: “Ci ha detto che aveva un problema gastrointestinale e la febbre. Domani sarà visitato e vedremo”. Intanto uno dei suoi migliori amici, che fa parte anche del suo entourage, su Instagram si è sfogato in difesa di Zaniolo, contro le critiche e i fischi dei tifosi e non solo, rei di aver dimenticato il gol decisivo e storico segnato in finale di Conference. Ulteriore possibile sintomo di come questo sia un momento sempre più complicato per il giocatore.