La retroguardia rossonera è finita nel mirino della critica. Pioli si aggrappa a Kjaer ma serviva ben altro
Il momento che sta attraversando il Milan non è per nulla semplice. I rossoneri sono reduci da tre partite senza vittorie: dopo il successo contro la Salernitana, che sarebbe potuto essere più ampio, sono arrivati il pareggio beffa contro la Roma, il ko contro il Torino, in superiorità numerica, e il 2-2, in rimonta contro il Lecce.
Il Milan è andato in confusione ma non c’è tempo per leccarsi le ferite; mercoledì i rossoneri saranno chiamati a sfidare l’Inter per la Supercoppa Italiana. Tutti, in questi giorni, sono finiti sotto accusa: dai calciatori, che non stanno mettendo la stessa determinazione di qualche mese fa, al calciomercato e ovviamente agli infortuni.
Sono sempre troppi i giocatori indisponibili e la coperta appare corta, anche per via di una campagna acquisti fin qui non all’altezza. Chi è andato via a zero, vale a dire Kessie e Romagnoli, di fatto non è stato sostituito.
Il Milan nelle ultime partite ha dovuto fare i conti con una difesa fin troppo perforabile. La squadra di Stefano Pioli fatica soprattutto nelle palle alte. L’assenza di Mike Maignan sta pesando parecchio: Ciprian Tatarusan, nonostante non abbia commesso errori evidenti, non può essere minimamente paragonabile al francese. Ma è tutta la retroguardia a soffrire.
Puntare il dito contro Pierre Kalulu e Fikayo Tomori appare ingeneroso anche se in questa prima fase non sono mancate le sbavature. Al Milan serviva un centrale che avesse altre caratteristiche, che potesse completarsi con l’inglese e il francese.
Paolo Maldini lo sapeva bene e aveva tutte le intenzioni di regalare a Stefano Pioli, Sven Botman. L’olandese sarebbe stato il profilo ideale. In Premier League sta dando prova, che l’ex Lille era davvero ciò che sarebbe servito al Milan ma il cambio di proprietà non ha permesso di chiudere un affare, apparecchiato da mesi. Botman è così volato a Newcastle, diventando un rimpianto del Diavolo.
Pochi soldi da investire e strategie inevitabilmente stravolte. E’ vero che il Milan ha sempre un piano di riserva ma acquistare Thiaw non è stato certamente lo stesso. Il tedesco, proveniente dallo Schalke 04, ha così giocato poco, diventando il quinto centrale. In quel di via Aldo Rossi non si rimpiange l’ex capitano Alessio Romagnoli ma è evidente, che l’italiano avrebbe giocato tante partite, almeno quelle che di fatto hanno visto Gabbia come protagonista.
Né l’italiano né Thiaw sono pronti a fare i titolari nel Milan ma senza Simon Kjaer, spesso infortunato, Stefano Pioli non ha avuto scelte.
Il club rossonero era consapevole del fatto che per il danese ci sarebbe voluto del tempo. Oggi l’ex Palermo non è ancora del tutto pronto ma la leadership e le sue caratteristiche, diverse da quelle di Kalulu e Tomori, lo rendono prezioso.
Kjaer non ha ancora dato il meglio di se ed è il lontano parente di quello ammirato prima dell’infortunio ma quando lui è in campo, il Milan ha un livello di attenzione più alto e si subiscono meno gol. Non è un caso che Pioli stia pensando seriamente di utilizzarlo, fin dall’inizio, contro l’Inter. Nei minuti finali con il Lecce, d’altronde, ha scaldato i motori per esser pronto mercoledì sera.
Ma una squadra come il Milan, che punta ad essere competitiva, in tutte le competizioni, non può permettersi di avere solamente due titolari e un terzo a metà servizio. Serve ben altro, serve un centrale che possa completarsi con Kalulu e Tomori.
Oggi il Milan sta continuando ad osservare profili giovani e come succede da quando ci sono gli americani, i giocatori seguiti si trovano soprattutto in Ligue 1. Moncada è spesso in Francia a guardare da vicino i talenti della massima serie transalpina ma è anche sui campi delle categorie minori. Sono tanti i nomi finiti sul taccuino dei rossoneri: tra tutti, attenzione a quelli di Ismaël Doukouré, 19enne dello Strasburgo, di Castello Lukeba, 20enne del Lione, e soprattutto del classe 2004 del Rennes, Lesley Ugochukwu. Alle idee francesi va aggiunto anche un profilo della Serie A, quel Kiwior che continua ad essere seguito con attenzione ma che piace, ormai, a tutte le big del campionato, Juve su tutte.
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