Dopo la disfatta contro l’Inter, Stefano Pioli analizza la prestazione della sua squadra e ne trova i difetti che hanno inciso sul match
Stefano Pioli non cerca scuse: il tecnico del Milan non può che riconoscere il disastro della sua squadra nella Supercoppa vita dall’Inter.
Un 3-0 che non ammette repliche con i rossoneri mai realmente in partita dopo aver preso due gol nei primi venti minuti. A ‘Mediaset’, l’allenatore ammette: “Abbiamo fatto un primo tempo non all’altezza, commettendo troppi errori ed è diventata una partita complicata. Abbiamo provato a riaprirla con un buon inizio secondo tempo ma abbiamo fatto troppo poco per sperare di fare meglio”.
ERRORI –”Chiaramente non siamo abituati a commettere questi errori e se li commetti contro certi avversari diventano pesanti. Non stiamo vivendo un momento buono dal punto di vista mentale: possiamo fare di più”.
COME SI RIPARTE – “Si riparte lavorando meglio per tornare a far alzare il nostro livello. Questa è una sconfitta che ci fa molto male, ma la stagione è lì che ci aspetta e dobbiamo tornare a giocare come sappiamo”.
SQUADRA TRISTE -“Non me l’aspettavo. In questo momento facciamo fatica a reagire ad una errore, non reagiamo come squadra e i non risultati ci stanno pesando un po’”.
Pioli difende Theo Hernandez: “Non è questione di singoli”
THEO HERNANDEZ – “Non parlerei di atteggiamento. Sai che nelle finali, l’atteggiamento e l’approccio alla partita c’è. In questo momento non è giusto puntare il dito contro i singoli. Dobbiamo ritrovare armonia e freschezza mentale per tornare a fare il nostro calcio”.
PREOCCUPA DIFESA O ATTACCO – “Credo che sono tante le situazioni che dobbiamo sviluppare meglio. Il secondo gol lo abbiamo subito quando eravamo ben piazzati numericamente ma non ben organizzati. E’ il complesso che deve salire, deve migliorare. Poi chiaro che tutto migliora con l’innalzamento delle prestazioni singoli. Poi sono sicuro che i miei calciatori avranno la forza di reagire”.
MAIGNAN PER FAR PARTIRE AZIONE – “Abbiamo fatto fatica, serviva più movimento senza palla. Non è questione del portiere: Maignan magari ha un calcio più lungo, ma potevamo uscire dalla pressione con movimenti più precisi”.