Al Salone d’Onore del Coni le consegne del Premio Aldo Biscardi: tra i premieti anche Sinisa Mihajlovic, con la presenza comossa della moglie Arianna. Importanti anche le parole del ministro dello Sport Andrea Abodi
Una bella giornata di calcio e sport al Salone d’Onore del Coni, in memoria di uno come Aldo Biscardi che ha fatto la storia di questo mondo in Italia, un vero e proprio precursore della comunicazione. Una serie di premiati di alto livello, da Italo Cucci a Sofia Goggia e tanti giornalisti. A fare da padrone di casa il presidente del Coni Giovanni Malagò, ma importante è stata anche la presenza del ministro dello Sport Andrea Abodi e di Arianna Rapaccioni, moglie di Sinisa Mihajlovic.
Tra i premiati, infatti, c’è stato proprio Sinisa Mihajlovic, come ‘Personaggio dell’anno’. A ritirare il riconoscimento per lo storico giocatore e allenatore serbo scomparso poche settimane fa, la moglie Arianna e uno dei figli, Dusan. “È un onore per me, grazie per l’affetto che ci avete dimostrato. La forza che mi ha trasmesso mio marito, di non mollare mai e combattere. Stiamo facendo tutto per i miei figli, è il messaggio che voglio trasmettere a tutti e in particolare a loro… Non mollo, lotto e vado avanti. Questo è il coraggio che mi ha dato mio marito”, le parole della compagna di Sinisa. Presente anche l’Assessore allo Sport e i grandi Eventi Alessandro Onorato, che si è detto molto ottimista sullo Stadio della Roma e fiducioso anche per quello della Lazio.
Come detto, Andrea Abodi è salito sul palco parlando di due temi di grande attualità, a partire dalla questione tifosi dopo gli scontri sull’A1 tra romanisti e napoletani.
Ecco le sue dichiarazioni: “Tifosi? La soluzione giusta è la decisione che è stata assunta. Sono convinto che la decisione del Ministro è quella che andava presa. Nella riunione che abbiamo fatto ho parlato di una necessità di rendere più puntuali le sanzioni. Nel mio mondo ideale paga chi è colpevole. Se mille persone fanno un coro incivile quei mille pagano e chi sta in un’altra città non paga. Dobbiamo abituarci anche a conoscere le norme e rispettarle. Dobbiamo lavorare in modo che la tecnologia svolga le sue funzioni al meglio. Mi auguro che negli stadi si abbassi la sicurezza fisica e aumenti quella tecnologica. Vorrei che in prospettiva sia sempre più puntuale l’attribuzione della responsabilità. Su questo abbiamo investito poco. Intanto però ringrazio ogni giorno il ministro Piantedosi per il lavoro che svolgono le Forze dell’Ordine”.
“Vogliamo rendere gli stadi sempre più intelligenti tecnologicamente, fare sì che entrino tanti bambini e che siano in una condizione di socialità e di piacere, invece di una militarizzazione degli spazi. Bisogna arrivare a una divisione netta tra il fregiarsi del titolo di ‘tifoso’ e tutto il resto. Non si può essere tifosi delinquenti – continua Abodi -. O si è tifosi o si è delinquenti. Non sono contento di quello che è successo, anche a livello internazionale non aiuta la nostra immagine. Non erano tifosi che si scontrano, ma delinquenti alla Gomorra e Suburra. Si sono incontrati come gli attori di quelle serie televisive, fatico a comprendere l’utilità di questi fatti”.
Poi Abodi commenta anche il botta e risposta tra il Gravina e Casini. Il presidente della Federcalcio si è detto ieri rattristato che la Supercoppa Italiana si giocasse in Arabia Saudita e per tutta risposta, il presidente della Lega Serie A si è detto triste per l’Italia fuori dai Mondiali. Frecciatine neanche troppo velate che Abodi commenta così: “Ritengo che abbiamo bisogno di farne a meno di queste polemiche, certe cose se si vogliono dire si dicono nel rapporto bilaterale senza coinvolgere l’opinione pubblica. Possiamo parlare di Istituzioni, poi ci può essere un dibattito sul perché si va a giocare la Supercoppa in Arabia Saudita o altrove. Fa parte dell’internazionalizzazione del prodotto comunque. Mancanza di rapporto? Sarò preoccupato se continuerà a mancare. Spero siano glli ultimi passaggi di una relazione asistemica. Si possono affrontare certi temi, ma bisogna creare presupposti affinché il sistema esista. Bisogna comprendere che ognuno di noi ha un ruolo istituzionale”.
Poi le parole sulle Olimpiadi di Milano-Cortina e i ritardi, con l’ipotesi di trasferire alcuni eventi a Torino, e l’incontro con Gravina: “Di cosa abbiamo parlato? Solo della candidatura a Euro 2032″.
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