Ronaldo-Juve, gli inquirenti di Torino continuano a studiare la carta resa pubblica dal Corriere: non si escludono sviluppi
L’edizione odierna del ‘Corriere della Sera’ ha tirato fuori quella che è la carta che di cui tanto si è parlato: quella legata a Cristiano Ronaldo della quale vi abbiamo dato conto.
Una carta nella quale si parla dei 19.6 milioni di euro che la Juventus avrebbe trattato con Cristiano Ronlado per la presunta rinuncia fittizia ad un determinato numero di mensilità. Un documento che, a termini di regolamento vigente, sarebbe dovuto esser depositato in Lega Serie A per avere validità ma il depositato non c’è mai stato. Il riferimento è legato al debito che la Juve aveva maturato con il campione lusitano prima del suo addio alla maglia bianconera. La parte che manca, appunto, è di 19.6 milioni. Resta un dettaglio molto importante: questa carta pubblicata dal CorSera vede la firma del solo Fabio Paratici, all’epoca dei fatti dirigente bianconero.
I dubbi degli inquirenti sulla carta-Ronaldo
Secondo quanto appreso in esclusiva da Calciomercato.it, ambienti della Procura guardano anche oltre alla carta ritrovata dalla Guardia di Finanza nel marzo scorso nello studio dell’avvocato Federico Restano. Potrebbe esserci un ulteriore carta legata a Cristiano Ronaldo, se è quella emersa la carta sulla quale fare riferimento.
Il tema centrale resta sempre quello dei debiti verso i calciatori tesserati non indicati a bilancio. Quello che filtra è che per Ronaldo la situazione è più complessa, perché parliamo di più 19 milioni di euro. Ovviamente, si tratta di un importo che rende il bilancio falso in modo rilevante.
Resta ancora da comprendere quale sarà il comportamento di Ronaldo, passato da qualche settimana all’Al Nassr e dei suoi legali. Ad ora, chiusi in un comprensibile silenzio stampa, almeno per il momento.
Se questo è il versante legato al fronte della giustizia ordinaria, va ricordato che domani, 20 gennaio, nell’ambito dell’udienza in Corte d’Appello Federale, si saprà se il club dovrà affrontare o meno il processo bis sulle plusvalenze. La la riapertura del caso è stata voluta dal procuratore della Figc, Giuseppe Chiné. Il magistrato sportivo l’ha chiesto dopo la precedente archiviazione, avendo assunto nuovi documenti proprio dall’inchiesta Prisma portata avanti dalla Procura della Repubblica di Torino.