Jose Mourinho sta festeggiando il giorno del suo compleanno, con la testa al Napoli: l’omaggio nello spogliatoio (con Zaniolo e Karsdorp), la felicità e il programma della serata
Alla fine, i 60 anni sono arrivati anche per Jose Mourinho. Un compleanno passato da quarto in classifica, in un momento favorevole della stagione dopo qualche montagna russa di troppo. Sessant’anni di cui circa 25 passati in panchina, a raccogliere trofei e vittorie in giro per l’Europa.
Da collaboratore di Van Gaal al Barcellona, a uno dei palmares più ricchi della storia del calcio. Ventisei coppe conquistate con sei club diversi, una Champions League che resterà storica col Porto, da completo ‘underdog’, battendo nettamente in finale il Monaco dopo aver già alzato al cielo la Coppa Uefa. Poi i successi al Chelsea e ovviamente all’Inter, con il leggendario Triplete. E quindi l’arrivo al Real Madrid, altri trofei, poi di nuovo Chelsea, Manchester United con l’Europa League e infine il Tottenham. Fino ad arrivare, ovviamente, alla Roma, forse la sfida più grande della sua incredibile carriera. E anche in giallorosso, per non perdere l’abitudine, la Conference League, prima coppa europa della storia della Roma. Dove va, Mourinho – oltre a far discutere – vince. Sessant’anni a modo suo, dentro e fuori dal campo, amato e odiato anche dai suoi stessi calciatori. Senza vie di mezzo. Ma non è un caso se la maggior parte di quelli che sono stati allenati da lui affermano orgogliosi, senza pensarci, che “lo avrei seguito dovunque”.
Roma, Mourinho fa 60 anni: festa nello spogliatoio, torta a Pellegrini e la serata in centro
È un giorno speciale per Jose Mourinho, ma comunque di lavoro a Trigoria. Ma in un momento così, con questo gruppo, non era possibile lasciare che passasse la giornata senza dedicargli qualcosa. E allora direttamente nello spogliatoio, tutto il gruppo squadra si è ritrovato per celebrare lo Special One. Compreso, ovviamente, Tiago Pinto. Applausi, il ‘Tanti Auguri caro mister” di rito e le candeline sulla torta. A cui però Mourinho quasi non dà attenzione.
La sua testa ha un unico obiettivo: il Napoli. Non c’è altro all’infuori di Spalletti: “Discorso? No, niente discorso, si va a lavorare e domenica c’è la partita, dai ca**o!” È questa la sua forza, lo è sempre stata. Poi un gesto simbolico, lo ha fatto spesso: taglia una sola fetta di torta, attraversa lo spogliatoio e la consegna a Lorenzo Pellegrini. Al capitano, in rappresentanza di tutti. Ancora una volta per Mourinho il riferimento è il suo numero 7, così era stato anche nella consegna del premio per il Mondiale vinto a Dybala. Sorrisi e feste, certo non da tutti. Pare evidente un Rick Karsdorp che batte le mani senza troppa convinzione, senza far trapelare smorfie di allegria. E così Nicolò Zaniolo, che guarda caso era proprio vicino a Pellegrini, a pochissimi centimetri, quando Mourinho gli ha consegnato la torta. Tanto che per qualche istante è sembrato che il mister stesse per dare quella simbolica fetta di torta proprio a Nicolò.
Sarebbe stato un colpo di scena da Mou, senza dubbio. Non è stato questo il caso. E così il classe ’99 – che ha rifiutato il Bournemouth – resta con un piede a Roma e un altro a Milano. Per quanto la trattativa sia complicata e l’accordo non sembra così dietro l’angolo. Le possibilità che lui resti a Trigoria non sono poche. Dopo l’allenamento Jose ha ringraziato per l’affetto ricevuto, per certi versi forse neanche lui se l’aspettava. “Sono contento perché sono arrivati tanti messaggi, c’è stata tanta gente, amore, rispetto. Dalla famiglia e dagli amici ti aspetti questo. Da gente che nemmeno conosci non te lo aspetti. Ed è anche una bella giornata di sole”, ha detto fuori Trigoria a ‘Sky Sport’.
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E la giornata non è ancora finita, perché per celebrare questi 60 anni Mourinho ha organizzato una festa in un lussuoso hotel del centro di Roma, dove stapperà lo champagne con amici e parenti. Una piccola e breve deviazione dall’unico vero obiettivo: il Napoli.