Analisi impietosa del momento della Juventus, bianconeri alle prese con i noti problemi extra campo e con una squadra che non decolla
Un sorriso ritrovato, per la vittoria in Coppa Italia contro la Lazio, in un periodo davvero complesso per la Juventus. Bianconeri alle prese con una fase delicatissima in campo e fuori, ma che almeno sul terreno di gioco hanno ritrovato, nel match di coppa infrasettimanale, la giusta compattezza per un risultato importante.
La doppia semifinale contro l’Inter, tra marzo e aprile, potrebbe significare molto per la stagione dei piemontesi. Ma la situazione, nel suo insieme, resta critica. In attesa degli ulteriori sviluppi legati alla giustizia sportiva e ai vari fronti aperti, la penalizzazione pesa notevolmente sulla classifica e, dopo un punto in tre gare in campionato, mette la squadra di fronte a un appuntamento da non fallire, martedƬ, in trasferta contro la Salernitana, per non iniziare a scivolare davvero verso il basso. Come ricordato da Allegri, dopo la sconfitta di domenica scorsa con il Monza, il -15 impone di guardare alla graduatoria rimodulando ambizioni, obiettivi e tipo di concentrazione. Ma il compito del tecnico livornese, al momento, sembra in tal senso piuttosto arduo.
Juventus, Damascelli mette tutti nel mirino: “Recita da teatro dell’assurdo”
Il momento della Juventus viene inquadrato da Tony Damascelli nel suo editoriale su ‘Il Giornale’. Il giornalista analizza in maniera piuttosto cruda quanto sta accadendo tra le fila dei piemontesi a tutti i livelli, descrivendo una crisi profonda e dalla quale non sarĆ facile risalire.
“La Juventus prosegue la sua recita nel teatro dell’assurdo – scrive – La confusione regna sovrana, la squadra sbanda in campionato e non conosce il suo futuro giudiziario, i nuovi dirigenti stanno al calcio come i precedenti alla finanza. Allegri uomo solo al comando, guida una comitiva di figurine sbiadite, in cui Di Maria e Paredes sono turisti strapagati e indisponenti e i reduci di Commisso (Chiesa e Vlahovic, ndr) sono alla ricerca del calcio perduto. Anzi, se Elkann avesse un secondo di coraggio potrebbe pensare di non onorare i 120 milioni dovuti alla Fiorentina. Per dirla alla Ennio Flaiano: la situazione ĆØ grave, ma non ĆØ seria”.