Dopo la bufera social sul pm Santoriello che indaga sulla Juventus con l’inchiesta Prisma può portare a nuovi risvolti
L’hashtag #Santoriello su Twitter ha raggiunto vette inesplorate. Decine di migliaia di tweet, soprattutto degli account di fede bianconera, facendo schizzare il cognome del pm della Procura di Torino che, con Mario Bendoni e Marco Gianoglio, ha istruito l’inchiesta Prisma.
“Come presidente di una società di calcio non sono bravo se faccio gli utili ma anche se vinco gli scudetti. A volte però c’è un rapporto di incompatibilità tra le due cose. Lo ammetto, sono tifosissimo del Napoli e odio la Juventus. Come tifoso è importante il Napoli, come pubblico ministero sono antijuventino, contro i ladrocini in campo, eppure mi è toccato scrivere archiviazioni”. Queste le dichiarazioni datate 2019 che hanno fatto scoppiare anche un caso politico.
Il caos mediatico che si sta scatenando in queste ore, ovviamente, non può lasciare indifferenti. Secondo quanto raccolto in esclusiva da Calciomercato.it, il pm Santoriello potrebbe esser pronto a fare un passo indietro, qualora dalla Procura fosse richiesto un atto di sensibilità. Si sottolinea, sempre da fonti interne alla Procura, come il video sia stato tagliato ad arte: si trattava di uno sfottò con colleghi di schietta fede juventina, un modo per alleggerire la complessità del tema legato alle plusvalenze ed ai reati di natura economica.
Qualora, però, lo richiedesse lo scenario, Santoriello potrebbe anche uscire di scena dal processo. Resta un aspetto determinante: il prossimo 27 marzo ci sarà l’udienza di preliminare per il processo Prisma. La Juventus solleverà la questione di competenza e la decisione spetterà alla Cassazione. La Procura vuole assolutamente che nessun fattore esterno possa incidere sulla decisione della Cassazione per la competenza territoriale del processo Prisma.
C’è da parlare, poi, anche della questione Cristiano Ronaldo. Il portoghese, attraverso i suoi legali, ha più volte espresso il desiderio di dialogare con i magistrati che seguono l’inchiesta. Al momento, però, di fissare una data, il campione lusitano ora in Arabia, ha sempre rimandato l’appuntamento. Ad un mese e venti giorni dall’inizio della fase dibattimentale, non è ancora chiaro se deporrà con gli inquirenti o se la sua intenzione resterà lettera morta.
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