Il noto giornalista e telecronista, Fabio Caressa, ha dato il suo parere sullo screzio tra Lukaku e Barella durante il match Sampdoria-Inter
Una gara storta può capitare a tutte le squadre, anche quelle più forti. Non sempre si può vincere e la gara che ha visto scontrarsi faccia a faccia Sampdoria e Inter a Marassi è un’ulteriore dimostrazione di ciò.
La ‘Beneamata’ di Simone Inzaghi ha tenuto il pallino del gioco in mano per tutta la durata della contesa, ma non è riuscita a rompere la barriera blucerchiata del grande ex Dejan Stankovic. E quando si verificano determinate situazioni in campo, la frustrazione inevitabilmente aumenta. Non a caso, lunedì sera è andato in scena un litigio che ha visto protagonisti Romelu Lukaku e Nicolò Barella. L’ex Cagliari ha iniziato a sbracciare, manifestando nervosismo, dopo un controllo sbagliato dell’attaccante belga. Quest’ultimo non le ha mandate a dire al compagno di squadra: “Basta, non si fa così. Basta, basta. Vaff*****o figlio di pu****a“. Sulle screzio si è così espresso il noto giornalista e telecronista di ‘Sky Sport’ Fabio Caressa, intervenuto ai microfoni di Calciomercato.it sul canale Twitch di Tv Play: “Io dall’inizio del campionato parlo di cavatappi quando vedo giocare l’Inter. Vedo tanta gente che alza le braccia. Quello che ha detto Lukaku in inglese qui in Italia ha molto più peso, in Inghilterra è un insulto molto più leggero“.
Il collega aggiunge: “Può essere che Inzaghi non usi una leadership da sergente di ferro. Difficile dare etichette. Penso, però, che io avrei parlato della cosa pubblicamente, dicendo che all’Inter queste cose non devono succedere. Punto“.
Secondo Caressa, l’Inter avrebbe dovuto mettere in atto una comunicazione esterna differente: “Sicuramente la società si è fatta sentire, ma per tranquillizzare l’ambiente la comunicazione esterna doveva essere diversa. Non è possibile sminuire una cosa che hanno visto tutti“. Spazio, poi, anche a Baschirotto e – più nello specifico – al lavoro degli osservatori nel calcio: “C’è poca attenzione sui campionati minori. Attualmente c’è più facilità nello scovare giocatori in campionati sconosciuti e non in quelli minori italiani. Una tendenza folle che va avanti da anni e che vale a livello internazionale. Questo ha portato il disastro economico che vediamo in Italia e che presto vedremo in tutta Europa, perché le spese folli le paga chiunque“.
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