Il noto dirigente Walter Sabatini ha rilasciato alcune dichiarazioni su Daniele De Rossi, che è stato esonerato dalla Spal nelle scorse ore
Quello dell’allenatore è uno dei mestieri più difficili in assoluto nel mondo del calcio. E il motivo è molto semplice: quando le cose vanno bene il merito è soprattutto dei giocatori che scendono in campo, mentre se le cose vanno male il primo a doversi prendere la responsabilità è proprio il tecnico.
Non a caso, spesso, per uscire da situazioni di crisi con risultati altamente negativi si ricorre alla mossa dell’esonero. Ora lo ha sperimentato sulla propria pelle anche Daniele De Rossi. L’ex centrocampista e capitano della Roma ha voluto mettersi in gioco in Serie B, dopo aver vissuto la magnifica esperienza nello staff della Nazionale all’Europeo, sposando il progetto della Spal targata Joe Tacopina. Il ruolino di marcia della squadra, però, è stato a dir poco insufficiente dall’approdo di De Rossi sulla panchina biancazzurra. Numerosi i passi falsi accumulati in questi mesi, tant’è che Nainggolan e compagni occupano attualmente la diciottesima posizione della classifica con un magrissimo bottino di 24 punti. Vale a dire zona retrocessione, di conseguenza è assolutamente necessario invertire la rotta quanto prima. E questo compito adesso spetterà a Massimo Oddo, il quale – ironia della sorte – vanta un lungo passato in maglia Lazio. L’ultimo ko sul campo del Venezia è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un verdetto molto amaro per il trainer di Ostia, che non è andato giù a Walter Sabatini. Il noto dirigente e l’ex calciatore hanno un ottimo rapporto, generato durante l’esperienza vissuta insieme nella Capitale.
Sabatini ci ha tenuto a pubblicare un messaggio chiaro e toccante sul proprio profilo Instagram, in merito all’esonero di De Rossi. Svelato anche un retroscena: “Mi ha ferito profondamente questa decisione, anche perché io lo avevo spinto ad accettare l’incarico nonostante le sue inattaccabili perplessità“.
“In questi pochi mesi ha navigato sempre nella tempesta – aggiunge Sabatini -, ma la squadra, nonostante i risultati negativi, aveva una sua riconoscibilità. Daniele sarà presto un gigante e questa esperienza amara lo aiuterà nel suo percorso di crescita. Era e rimane un allenatore da scegliere”. Chiude con una massima: “Meglio tre mesi nella tempesta che un anno nella bonaccia“.
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