Anche Gianluigi Buffon rompe il silenzio e parla della condanna subita dalla Juventus: “Mi pongo una domanda”
Per vent’anni ha difeso la porta della Juventus dalle insidie degli avversari e ora sta vivendo gli ultimi sussulti della propria carriera con il Parma, ma Gianluigi Buffon non perde mai di vista la sua ‘Signora’.
Il numero 1 bianconero, perché ancora oggi a Torino quando si parla di numero 1 il riferimento è al portiere di Carrara, ha assistito alla condanna della sua Juventus per il filone plusvalenze e ora ha deciso di rompere il silenzio. Gigi ha diversi dubbi sull’entità della condanna, che ha colpito la squadra di Massimiliano Allegri con 15 punti di penalizzazione. L’ex capitano della Juve ha voluto sfatare quello che, per lui, è un falso mito.
Buffon sulla condanna alla Juve: “Non posso non pormi una domanda”
Le vecchie abitudini sono difficili da estirpare, così Gianluigi Buffon è tornato a difendere la Juventus. Questa volta a insidiare la ‘Vecchia Signora’ non sono gli attacchi sul terreno di gioco, ma nelle aule di tribunale.
In un’intervista a ‘La Stampa’, l’ex capitano bianconero ha dichiarato: “In caso di un’altra dura condanna in 17 anni, considerando che la Juventus viene dipinta da tutti come il potere, non potrei non pormi una domanda”. Un dubbio piuttosto preciso quello che tormenta Buffon: “È il potere masochista che si autoflagella o è l’antipotere che vuole battere il potere?”. Insomma, sono i continui errori della ‘Vecchia Signora’ oppure la società piemontese sta subendo gli attacchi da chi non vuole vederla vincere di nuovo? Questa la domanda che si pone Gianluigi Buffon e che si fanno anche molti tifosi della Juventus.
L’ex capitano torna a parlare e lo fa prendendo le difese della sua ex squadra. Non sono tanti gli ex giocatori che si sono espressi con questi toni sulla condanna per il filone plusvalenze, ma Buffon ha sempre avuto grande sintonia con la tifoseria bianconera. Infine, il portierone ha parlato anche dell’era Andrea Agnelli, che si è conclusa pochi mesi fa: “Io mi fermo al giudizio del campo e dico che dieci anni come quelli del presidente sono irripetibili”. Con una previsione: “Passeranno lustri prima che qualcuno possa eguagliarli”.