Piero Sandulli ha parlato in esclusiva ai microfoni di Calciomercato.it della scelta di autosospendersi dal Collegio di Garanzia del Coni
Continuano a tenere banco in questi giorni il caso plusvalenze e la pesantissima penalizzazione di quindici punti inflitta alla Juventus dalla Corte Federale d’Appello. Nelle ultime settimane sono divenute di dominio pubblico alcune dichiarazioni che contribuiscono a danneggiare ulteriormente l’immagine del club bianconero.
Da qui si è arrivati alla scelta da parte di Piero Sandulli di autosospendersi dalla carica di vicepresidente della seconda sezione del Collegio di Garanzia dello Sport del CONI. Quest’ultimo, tramite un comunicato ufficiale, prese subito le distanze dalle dichiarazioni rilasciate dall’ormai ex vicepresidente a Tv Play, relative alla condanna inflitta alla Juventus appunto. Sandulli, quest’oggi presente al convegno ‘La riforma dell’ordinamento sportivo’ andato in scena a Roma presso l’università La Sapienza, ha parlato in esclusiva ai microfoni di Calciomercato.it, commentando anche il recente ribaltone che lo riguarda direttamente.
Di cosa ha bisogno oggi la giustizia sportiva per essere riformata?
“C’è una legge dalla quale appunto parleremo anche nel convegno, la legge del 2019 numero 86, ci sono una serie di deleghe previste da questa legge. Una di queste deleghe non è stata espletata ed era proprio la delega ‘struttura dello sport’. Nell’ambito della ‘struttura dello sport’ in qualche modo va guardato con attenzione il tema della giustizia sportiva. Le due sentenze della Corte Costituzionale intervenute nel 2011 e nel 2019 di fatto sono sostanzialmente sentenze che devono lasciarci interrogare sotto il profilo scientifico, perché questa materia – come tutte le altre – cresce se l’università, la scienza e l’accademia si fermano su di esse e imparano a riflettere. A riflettere sugli accadimenti quotidiani, ma anche portando da quelli la possibilità di modificare e operare delle riforme“.
Un commento sul no del governo a quello che sarebbe l’emendamento Lotito in tema di diritti televisivi. De Siervo, ad della Lega Serie A, ha detto che senza una riforma contro la pirateria il calcio italiano rischia di morire.
“Ci vuole chiarezza nell’intero settore, perché purtroppo partiamo da una magagna originaria, ovvero l’assenza dello sport nella Costituzione, che si occupa di sport solo nel 2001 e lo colloca tra le materie concorrenti Stato e Regione. Ma quell’assenza iniziale ha fatto sì che tutte le leggi sullo sport siano dettate per inseguire un’emergenza, pensiamo agli illeciti sportivi o alla stessa normativa del lavoro. E quando si tende a mettere una pezza a colore spesso lo si fa male”.
È possibile creare norme sulle plusvalenze ed evitare casi come quelli recenti, ma non solo? Possibile che ci sia stabilito un valore del calciatore?
“È difficilissimo per i beni immateriali dare una misura. Questo non vale solo per lo sport, ma per tutto ciò che è quotato in Borsa. Quindi è molto difficile stabilire in un bene immateriale quale sia la materialità, quindi il valore”.
Sul caso Juve che verrà discusso a breve al Collegio di Garanzia del Coni.
“Non so nulla”.
Perché si è autosospeso?
“Lo scoprirete vivendo. Comunque adesso ho un po’ paura, dice la canzone di Battisti, ma a me tutto sommato in questo tema interessa meno”.
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