Maurizio Sarri prende la parola in conferenza stampa dopo la vittoria della Lazio contro il Cluj in Conference League
Il rosso a Patric poteva mettere tutto in pericolo, alla fine la Lazio riesce ad avere la meglio del Cluj per 1-0 grazie alla firma di Ciro Immobile, che torna al gol dopo l’infortunio. Una partita che rischiava di complicarsi, ma la qualità dei biancocelesti alla fine è venuta fuori.
Nel postpartita le parole di Maurizio Sarri in conferenza stampa, subito al vetriolo con l’arbitro inglese Pawson per l’espulsione a Patric: “È un arbitro che non può girare in Europa ad arbitrare. Si può discutere anche per come è iniziata l’azione, con un fallo, ma un attaccante che si butta la palla verso la bandierina, deve spiegarcelo come fa a essere chiara occasione. E comunque non lo sarebbe stato anche se fosse stato centralmente perché c’erano dei nostri giocatori. Ha condizionato la partita con ammonizioni disarmanti. Spero sia solo scarso”. Poi Sarri parla della partita: “La squadra mentalmente ha fatto bene, si poteva sbandare ma l’abbiamo ripresa. Del nostro portiere ricordo solo buone uscite ma nessun intervento tra i pali. Purtroppo la partita ci ha portato a spendere tanto e la sensazione è che si poteva dare una spallata alla qualificazione se fossimo stati in 11″.
Sui singoli: “Vecino? Ha cominciato impacciato, ma è salito progressivamente. Maximiano sta trovando continuità di allenamento, che non aveva avuto. Gila ha fatto bene entrando in un momento difficile, ma lo ha fatto con grande personalità. Mi è dispiaciuto molto per Marcos Antonio, dopo 13 minuti dovendolo togliere. Ha capito che non c’erano altre soluzioni e non ha fatto nessun problema. Mi dispiace, perché sembrava che avesse iniziato anche bene, si faceva cercare. Se gioca a Salerno? Può giocare sempre, ha bisogno che la squadra lo supporti. Negli spazi stretti nel palleggio è di un’altra categoria, però ha limiti sull’impatto fisico. Con Milinkovic e Vecino può giocare, con altri compagni può andare in difficoltà”.
Sarri evidenzia la differenza nell’approccio alle coppe ai tempi del Chelsea: “Ho vinto l’Europa League col Chelsea, ma lì potevo cambiare 9-10 giocatori. I problemi che abbiamo qui sono diversi, a volte mi sembra anche di averne cambiati 11. Così diventa un piacere fare tutte le competizioni, la rosa era talmente ampa e di qualità. Quall’anno abbiamo fatto 65 partite ufficiali, qui c’è una realtà diversa e c’è sempre il rischio di lasciarci qualcosa. Purtroppo giocare 85 minuti in meno ti fa spendere, vediamo di tirar fuori una formazione con non più di due giocatori che oggi hanno fatto 90 minuti”.
Domanda inevitabile anche su Luca Pellegrini, che ancora non ha esordito, e in quel caso lancia una sorta di ‘allarme’: “Si sta inserendo, purtropppo giocando così spesso non hai tempo di fare allenamenti per reparto. Cerchiamo di ritagliare 15-20 minuti apposta per lui dopo la partita. Mi sembra molto applicato, lo staff sta facendo un grande lavoro anche con filmati e video fatti durante l’estate. Mi sembra abbastanza vispo, l’avrei anche messo dentro ma era diventata una partita difficile, in cui c’era da saltare e contrastare più che giocare a calcio. Fisicamente sta crescendo. Come ho detto a lui: io un giocatore che mi hanno preso il 31 gennaio non ce l’ho mai fatta a farlo giocare. Quindi sta a lui”.
Infine sul calcio intaliano in Europa: “In questo momento ci manca la squadra di punta, che può essere competitiva al top in Champions. Ma il livello medio del calcio italiano è sempre buono, non vedo grande differenza col resto d’Europa. A parte la Premier che è un altro pianeta. Ma le squadre di Conference ed Europa League non sono da meno delle altre”.
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