La Juventus dopo la prematura uscita in Champions, rischia grosso anche in Europa League. Momento che resta complicato in campo e fuori per Massimiliano Allegri
Una luce nel cielo nebuloso dell’Allianz Stadium. Angel Di Maria ha disegnato calcio col Nantes e pennellato un arcobaleno direttamente da corner che solo per colpa della traversa non si è trasformato in gol Olimpico.
Il ‘Fideo’ è una delle poche note liete della serata a metà della Juventus al ritorno dopo nove anni in Europa League. Tanti rimpianti per la formazione allenata da Massimiliano Allegri, che ha avuto le occasioni per chiudere i conti già a Torino nel primo round dei playoff. Tutto rimandato invece alla prossima settimana sul suolo francese, tappa fondamentale nella tormentata stagione della ‘Vecchia Signora’. Pena ulteriori sanzioni anche dalla Uefa, l’Europa League come ha sottolineato lo stesso Allegri potrebbe essere l’unica via per aprire le porte della Champions ai bianconeri nella prossima stagione. La Juve dovrà però resettare in fretta la notte dello ‘Stadium’ e lasciarsi alle spalle il nervosismo palesato nel finale di partita. Il contestato episodio nel recupero sulla mancata concessione del rigore ha acuito la rabbia di Allegri, che si è sfogato davanti alla telecamere al triplice fischio finale. L’allenatore toscano già domenica scorsa contro la Fiorentina aveva battibeccato con dei tifosi in tribuna, mostrando una certa difficoltà nel mantenere i nervi saldi in questa fase della stagione.
Juventus, Paredes è già ai titoli di coda: come cambia il centrocampo
Il periodo è evidentemente delicato e Allegri sta cercando con tutte le risorse a sua disposizione di fare scudo sulla squadra, in attesa di buone nuove dalle aule giudiziarie e di ritrovare continuità di risultati in campo.
I nervi scoperti del mister livornese – che giovedì in Francia si gioca una bella fetta del suo futuro – non aiutano però a rasserenare l’ambiente, con l’ex Milan e Cagliari alle prese anche con i tanti difetti palesati sul rettangolo di gioco dalla sua Juventus. Peccato capitale contro il Nantes non aver chiuso prima i conti, remake di altre situazione assai simili dove a Vlahovic e compagni era mancato l’istinto killer per matare l’avversario. Il tridente mascherato non ha sfoderato ancora tutti i cavalli a sua disposizione e senza le invenzioni di Di Maria tutta la squadra fatica ad accendersi. Vlahovic è tornato a segnare ma è ancora un po’ appannato, mentre Chiesa piano piano sta ritrovando quella vigoria atletica fondamentale per esprimersi al meglio e marcare la differenza. C’è però un equivoco tattico sull’ex gioiello della Fiorentina: Allegri per caratteristiche lo ha sempre considerato un attaccante, però in diverse situazioni (come successo anche col Nantes) lo ha un po’ snaturato allargandolo come quinto a sinistra del centrocampo juventino. Con libertà di offendere, è vero, ma pur sempre con dei compiti tattici che lo hanno appesantito in fase offensiva.
Un Chiesa ‘ibrido’ non giova né alla Juventus né allo stesso numero 7, insieme a Di Maria l’alfiere in grado di spaccare le partite nello scacchiere di Allegri. Un malinteso tattico che il mister bianconero dovrà risolvere al più presto, cercando di far convivere senza controindicazioni il nazionale azzurro insieme a Vlahovic e al fresco campione del mondo. E a proposito di argentini, uno dei problemi ancora irrisolti alla Continassa ha il volto di Leandro Paredes. Anche col Nantes l’ex PSG è stato un corpo estraneo al resto della squadra: svagato e senza mordente, mai incisivo nella costruzione della manovra in cabina di regia e pesantemente fischiato dal pubblico dell’Allianz Stadium. Il riscatto è sempre più lontano, con il classe ’94 destinato di questo passo a tornare sotto la Tour Eiffel la prossima estate. Il nuovo corso della Juventus punterà sempre più sul made in Italy e sulla linea verde, richiamando alla base Rovella che in quel di Monza sta completando il percorso di maturazione. Senza dimenticare il debole datato della ‘Vecchia Signora’ per Frattesi, profilo ideale per il centrocampo bianconero in caso di mancato rinnovo di Rabiot.