Dal centravanti della Juventus a Hjulmand fino all’operazione Umtiti, l’intervista in esclusiva a Tv Play del Direttore dell’area tecnica del Lecce
Da Vlahovic a Hjulmand, passando per Umtiti fino al Napoli e alla Roma: ecco l’intervista intregale e in esclusiva a Tv Play di Pantaleo Corvino, direttore dell’area tecnica del Lecce fra le grandi rivelazioni della Serie A di quest’anno.
“NON POSSO SMENTIRE L’INTERESSE DELLE GRANDI PER HJULMAND” – “Non posso smentire nè confermare che le grandi abbiano cercato Hjulmand. Adesso però dobbiamo essere tutti concentrati, ma non posso smentire che ci sia tanto interesse su di lui e quei club che si sono avvicinati abbiamo dovuto fermarli. Ora c’è l’obiettivo salvezza e non vogliamo distrazioni da parte di nessuno. Abbiamo un traguardo primario che sarà molto importante per la vita futura del club: consolidarsi in Serie A. Questo si può fare mantenendo un modo di lavorare in questo modo, la nostra priorità è quella di arrivare al 4 giugno e fare questo miracolo“.
“VI SPIEGO L’OPERAZIONE UMTITI” – “Quando arrivi da matricola in Serie A devi cercare di creare la miscela giusta, un cocktail di esperienza e gioventù, per un direttore è un aspetto molto importante e l’arrivo di Umtiti risponde a questa esigenza. Da giocatori sconosciuti e motivati come Baschirotto e Strefezza, giovani come Hjulmand e Banda, questa ci è sembrata la miscela giusta per l’obiettivo. L’operazione Umtiti teneva conto di questo, ma a volte si riesce e speriamo che in futuro possano venircene altre oppure possa esserci la disponibilità del Barcellona per rendere ancora possibile questo, così come la volontà del ragazzo di scegliere Lecce”.
A Tv Play, Corvino ha risposto anche su Dusan Vlahovic che lui portò in Italia, alla Fiorentina quando il serbo ora alla Juventus non era ancora maggiorenne.
“Consigli per lui? Non sono io quello che può consigliare il futuro a Vlahovic, quando l’ho preso era minorenne. Ora è maggiorenne e sarà capace da solo di decidere insieme a chi gli sta vicino. Già era maturo quando lo presi, immaginiamoci adesso. Quando vedi un giovane come lui che viene pagato 80 milioni di euro e tu hai rischiato e magari ti sei preso qualche rimprovero per aver tolto uno slot da extra alla prima squadra, pagandolo un milione e mezzo. Questo è il rischio di quelli come me che devono puntare di più sulle potenzialità che sulle qualità conclamate. E’ logico che poteva sembrare una cosa non coerente, ma quelli come noi i rischi se li devono sapere prendere”.
“IL MIO OBIETTIVO PER IL LECCE” – “Non sono un genio, sapete tutti che si lavora per obiettivi. Quindici anni fa lasciai il Lecce in Serie A e quando sono tornato il mio obiettivo era quello di riportare il club in alto, è stato un esercizio non facile dovuto soprattutto alla creazione di un laboratorio di idee che ci ha portato a raggiungere determinati traguardi: tornare in A, riportare la Primavera in A1, creare risorse tecniche. Anche se mancano 15 giornate, bisogna arrivare fino alla fine, ci siamo seduti partendo per salvarci e bisogna vedere quando ci alzeremo. In Serie A vincere una partita non è facile e siamo qui ancora in trincea per cercare di arrivare fino in fondo”.
CONCENTRATO SULLA SALVEZZA – “Devo essere sincero, è da quando siamo tornati in Serie A che il mio desiderio è quello di raggiungere la salvezza che sapevamo che era quasi impossibile. Siamo saliti con due società con risorse di gran lunga maggiori rispetto alle nostre, era qualcosa di proibitivo, diciamo che siamo e sono concentrato soprattutto al presente e alla salvezza”.
“QUANDO NON SI ‘NASCE’ CALCIATORI FAMOSI…” – “Diciamo che ho detto la verità, sono tornato nel mio territorio dopo quindici anni, mi sembrava giusto che io rientrassi per dare qualcosa dopo aver ricevuto tanto dal mio territorio, sono partito dalla terza categoria. Quando non si ‘nasce’ calciatori famosi, quando devi iniziare dal basso, parti dal tuo territorio fino ad arrivare in Champions League e quindi sono ritornato con questi intenti”.
“CALCIO ITALIANO? SE AVESSIMO UNA STECCA DRITTA…” – “Mi viene spontaneo pensare che la cosa più importante, per il calcio italiano, sia legata alla mancanza di strutture e campi per i giovani. Per me questo è un aspetto prioritario che manca al nostro calcio, è come se un giocatore di biliardo diventasse campione del mondo con una stecca senza gesso e storta a metà. Noi siamo campioni del mondo perché siamo bravi nella capacità di dare sfogo alla nostra fantasia, ma non sempre ti riesce di vincere. Se il calcio italiano avesse una stecca dritta, se ci fossero tutte le strutture, penso che in questo modo la crescita sarebbe garantita. Ovviamente non è il solo, ma è importante la stecca per mandare la pallina in buca”.
“IL NAPOLI E’ UNA MACCHINA PERFETTA” – “Il Napoli è avviato verso la conquista dello scudetto, è una macchina perfetta e al momento non vedo nessuna avvisaglia che questa macchina possa rompersi. Mi è piaciuto molto il lavoro fatto da Giuntoli, Spalletti e la società. I giocatori degli azzurri sono tutti di qualità, di certo quello che emerge più di tutti è Kvaratskhelia”.
“LA ROMA MI PIACE. APPREZZO TANTO IL LAVORO DI MOURINHO IN CAMPO E PINTO FUORI” – “La Roma mi sta piacendo molto, sia in campo con Mourinho, sia fuori con Tiago Pinto. Apprezzo molto l’operato dei giallorossi in termini di risultati visto che sta lottando per il secondo posto. Ricordiamo che Pinto ha dovuto lavorare entro alcuni paletti stabiliti per il Fair Play Finanziario non dovuti alla sua gestione, quindi nonostante questi limiti è stato fatto un ottimo lavoro che apprezzo tanto. Perché un direttore si giudica su quello che trova quando arriva, per i risultati che ottiene e per quello che lascia quando va via”, ha concluso Corvino
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