Riprende nuovamente la parola Andrea Agnelli, ex presidente della Juventus, che torna sull’argomento Superlega e sul monopolio della UEFA
Dopo aver lasciato il timone della Juventus ormai da qualche tempo, l’ex presidente Andrea Agnelli torna a parlare e lo fa concentrando la propria attenzione principalmente sulla questione Superlega che torna ciclicamente in auge.
Un progetto che ha radici nel tempo ormai e che negli anni scorsi ha fatto tanto discutere per diverse ragioni. Una situazione politica quella del calcio europeo di cui Agnelli ha così parlato in una lunga intervista a ‘De Telegraaf’: “Il monopolio della UEFA deve essere spezzato per dare ai club un futuro finanziariamente stabile. Un futuro in cui non cadano nel caso non si qualifichino una volta per le competizioni europee. Con una tale incertezza, non è possibile come società prendere decisioni a lungo termine sostenibili e sane. Ecco perché sono favorevole”.
Non manca anche un retroscena: “Nel 2019 eravamo pronti, Ceferin ed io. I top club di tutte le sottodivisioni dell’ECA si erano accordati su un nuovo formato. I club di medie dimensioni delle grandi leghe, i dirigenti delle grandi leghe e alcune associazioni nazionali vedevano il nuovo formato come una minaccia e quindi Ceferin si è ritirato”.
“In molte competizioni, nazionali e internazionali, i vincitori sono noti in anticipo. Principalmente a causa degli introiti che i club ottengono dal mercato nazionale”, sottolinea Agnelli in merito ad alcuni tornei.
L’ex numero uno della Juventus ritiene quindi necessaria la Superlega: “Perché se rimane tutto così prevedibile come in questo momento, il pubblico si allontanerà dal calcio. Da qui l’idea di un campionato europeo con diverse divisioni con un sistema di promozione e retrocessione. A condizione che offrano pari opportunità ai club”.
Al di là del lungo excursus sulle vicende UEFA e Superlega, Agnelli nella stessa intervista parla anche della Juventus e risponde ad una domanda sul futuro: “La sospensione mi è stata imposta dalla Federazione italiana dopo aver studiato l’indagine del Dipartimento di Giustizia. Ma non sono stato ascoltato e non ho potuto difendermi. Mi sono dimesso dalla carica di presidente della Juventus a causa di un’indagine penale che mi riguarda personalmente. La prima udienza preliminare è il 27 marzo, lì si deciderà se il caso si ferma o meno. Non voglio che la Juventus si faccia carico di questo peso per tutto questo tempo. Un nuovo consiglio di amministrazione che non ha nulla a che fare con le accuse può rappresentare meglio il club. Poi io sono libero di difendermi in tribunale da qualsiasi accusa”. E quindi: “Quello che riserva il futuro lo sa solo il futuro. Vedremo. Per ora sono un normale appassionato di calcio”.
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