La società sta cominciando a riflettere sul futuro di Simone Inzaghi, avendo già individuato alcuni possibili nomi: tutto dipenderà dal piazzamento in campionato
Non c’è un tema Simone Inzaghi sul tavolo. O almeno non sembra esserci nell’immediato. L’uomo di Coppe – un’etichetta che il tecnico dell’Inter si porta dietro dai tempi della Lazio – sta conducendo la squadra in Champions e il primo atto con il Porto inducendo ad un ottimismo, magari cauto, ma concreto in vista del passaggio ai quarti di finale. Quasi fosse l’unica e ultima cosa rimasta per regalarsi un sorriso.
Quindi per sdoganare una riflessione più ad ampio raggio sull’attuale tecnico dell’Inter bisogna guardare oltre questa stagione. E in quel caso sì che la dirigenza nerazzurra qualche pensiero la sta facendo: magari nel chiuso degli uffici, a bassa voce, ma il tema non si può negare che esista e possa finire sul tavolo nei prossimi mesi. In definitiva la prossima sarebbe la sua terza stagione sulla panchina dell’Inter e al bilancio che attualmente racchiude due Supercoppe italiane e altrettante Coppe Italia, qualcosa di più sostanzioso inevitabilmente manca.
Lo scudetto al Milan dell’anno scorso un segno negativo lo ha lasciato ed è innegabile che questo campionato fosse cominciato con altre speranze che gli attuali diciotto punti di distanza dal Napoli hanno definitivamente mortificato. Come è innegabile anche il fatto che al confronto delle rose, quella di Spalletti e quella di Simone Inzaghi, nessuno leggesse questa distanza siderale ai nastri di partenza. Anzi…
Certamente in questi due anni non sono mancati i momenti di profonda riflessione, anche in questo caso mai ufficializzati, semmai negati ufficialmente. Ma ci sono stati passaggi che i risultati hanno un po’ complicato, e che hanno spinto nella direzione di voci di mercato nelle quali leggere la possibilità che il rapporto potesse interrompersi.
Parliamo dell’inizio di questa stagione, delle sconfitte con Lazio, Milan, Udinese e Roma oltre a quella con il Bayern in Champions. Sono stati giorni – dalla metà di settembre fino a inizio ottobre – in cui venne fatta l’ipotesi di Cristian Chivu traghettatore dalla Primavera, e anche quella di Dejan Stankovic, grande ex nerazzurro, che a fine agosto si era dimesso dalla Stella Rossa per aver mancato la qualificazione alla Champions League e che di lì a poco firmò con la Sampdoria. Non solo: tra le accuse maggiori che si muovono ad Inzaghi, c’è quella sulla gestione dello spogliatoio. Del resto lo ricordiamo dallo scorso anno: molti dei leader della squadra non reputano l’ex Lazio un grande allenatore e lo accusano di essere il maggiore responsabile del secondo posto dello scorso anno.
Una cosa poi deve essere chiara a tutti: questo nuovo equilibrio nella lotta per uno dei tre posti rimasti per la prossima Champions League non piace affatto e se dovesse avere esiti negativi per i nerazzurri, porterebbe inevitabilmente alla fine del rapporto. Ma qualcosa fa supporre che anche un esito diverso dal secondo posto potrebbe portare l’Inter a guardare altrove. Ora non deve spingere in questa direzione solo la sconfitta maturata contro il Bologna, ma al profilo di Thiago Motta in casa nerazzurra guardano con curiosità non da ora. Il brasiliano con passaporto italiano è uno degli eroi del triplete del 2010 con José Mourinho in panchina, come allenatore è cresciuto alla scuola del Paris Saint-Germain, ha ricominciato dalla panchina del Bologna dopo aver salvato uno Spezia costruito male e tenuto in Serie A a dispetto di avversarie molto più strutturate per restarci.
Ora Thiago è in orbita anche per la panchina del Psg, di cui è stato altrettanto bandiera, già dalla passata stagione. Ma prima di qualunque candidato si voglia mettere in pista, bisogna definire il futuro di Simone Inzaghi. Quello che all’Inter stanno cominciando a fare da qui ai prossimi tre mesi.
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