L’Inter ha individuato la zona per il nuovo stadio nell’area metropolitana: ecco il piano B che Zhang aveva già in serbo, dopo il dietrofront del Milan
Il futuro del progetto del nuovo stadio di Milano comincia a prendere forma. Anzi, dovremmo dire dei nuovi stadi. Perché a questo punto l’ipotesi di un impianto comune, San Siro o meno, a Inter e Milan sta svanendo sempre di più.
Questo è quanto venuto fuori dall’incontro di ieri tra i vertici dei due club e il sindaco Giuseppe Sala, che poi aveva già constatato con amarezza la presa di posizione in primis dei rossoneri e poi la decisione dei nerazzurri. “San Siro non lo vuole più nessuno”, ha commentato. Sala aveva poi espresso le sue perplessità e gli interrogativi proprio sulla posizione dell’Inter: “Non capisco dove stia guardando”. Il Milan ha infatti comunicato l’intenzione di orientarsi verso la zona di La Maura, per cui ha tempo ancora due-tre settimane per ragionarci. E nel frattempo l’Inter ha già individuato l’area che costituisce il piano B alla ‘Cattedrale’ insieme ai cugini. Secondo quanto rivelato da ‘La Gazzetta dello Sport’, si tratta di Assago, nella zona sud-ovest dell’area metropolitana di Milano. Sarebbe quindi questa l’ubicazione della nuova casa tutta nerazzurra che diventerebbe il piano A visto il cambio di rotta dei rossoneri rispetto al progetto in comune.
La rosea riporta che sono stati già firmati i documenti preliminari con i proprietari di un’ampia area privata non lontana dal Forum. Ora, però, l’Inter potrà anche andare avanti con i dettagli proprio in virtù dell’allontanarsi dell’idea di impianto insieme al Milan, l’opzione preferita dai nerazzurri che su questa hanno già speso tempo e soldi. Per quanto questa pista non sarebbe ancora svanita del tutto. Ma nell’incontro di ieri a Palazzo Marino la deviazione rossonera è sembrata abbastanza decisa e confermata da Scaroni verso l’area de La Maura.
Ora al Milan serviranno circa tre settimane per decidere se quella sarà anche la scelta definitiva o ci saranno passi indietro verso il progetto insieme all’Inter. Quello di Assago era da tempo il piano B di Zhang, sul quale c’era un accordo di non divulgazione. Il mirino nerazzurro quindi si sposta verso l’area metropolitana, comunque ben collegato con i mezzi pubblici dal momento che la metro M2, la verde, termina là. Ieri appunto l’incontro tra le parti, con pure qualche schermaglia e punzecchiatura tra le due società. Come quando “i delegati milanisti hanno fatto riferimento alle difficoltà economiche della famiglia Zhang”, ma l’ad corporate dell’Inter “Antonello è stato fermo nel difendere la posizione di Suning, che sulla “Cattedrale” di Populous ha messo impegno e risorse, prima che il Milan rompesse il patto”.
“Quello che ci lascia sorpresi è il fatto che stavamo procedendo in un progetto… Accettiamo in tranquillità le loro analisi. L’Inter ha ben chiari i passaggi e quello che riteniamo giusto fare per il club e per i tifosi”, le parole di Antonello riportate dal quotidiano. Il sindaco Sala aspettava i documenti definitivi con alcune modifiche al progetto della ‘Cattedrale’, come il verde pubblico che doveva costituire il 50% della zona, i 40 milioni a carico delle società per la riqualificazione del quartiere, l’aumento dei posti a 70mila e il blocco dei prezzi. Sulla soglia della definizione del progetto, il dietrofront del Milan.
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