In Italia spesso si fa fatica a impiegare i giocatori giovani, e l’Inter non è da meno. Da Asllani a Bellanova, passando per Carboni e Zanotti, molti talenti da coltivare restano invece in panchina
Simone Inzaghi ha dimostrato di avere tanti limiti come allenatore. Forse li aveva dimostrati anche alla Lazio, ma all’Inter ancora di più. Il club nerazzurro, dopo aver vinto lo scudetto con Antonio Conte, l’anno scorso puntava a bissare il titolo. Obiettivo sfumato. L’Inter ha però portato a casa due trofei, e Inzaghi si è così meritato la riconferma sulla panchina nerazzurra.
L’allenatore piacentino, a fronte anche delle difficoltà economiche del club, non ha mai avuto troppe pretese sul mercato. Ha chiesto tre giocatori dalla Lazio e il ritorno di Lukaku. Il mister è stato accontentato ma ad oggi solo Acerbi (che oltretutto a fine stagione se non venisse riscattato, tornerebbe alla Lazio) ha dimostrato di valere. Correa e Caicedo hanno dato poco alla squadra, così come Big Rom che non è ancora al pieno della forma.
Proprio per le grandi difficoltà economiche dell’Inter e per l’impossibilità di fare mercato Inzaghi avrebbe potuto e forse dovuto valorizzare gli elementi già presenti in rosa, in particolare i più giovani. Anche perché una delle sue più grandi capacità è proprio questa.
I primi due nomi che vengono in mente sono due prestiti che fanno parte della penultima sessione di mercato dell’Inter. Kristjan Asllani, riscattato a febbraio, e Raoul Bellanova, con diritto di riscatto. I due non hanno mai trovato veramente spazio, nemmeno nelle partite in cui Inzaghi ha permesso ai titolatissimi di rifiatare con un ampio turnover. Va detto che il terzino di scuola Milan, quando impiegato, ha sempre deluso mostrando grossi limiti tecnici e caratteriali. Fa decisamente più rumore lo scarso utilizzo di Asllani, preso dall’Empoli come uno dei giovani più promettenti del nostro campionato. Anche perché, quando un po’ di spazio gli è stato concesso, ha dimostrato di poter e saper fare bene. Quest’anno ha collezionato solo 555’ in tutte le competizioni.
Passiamo a Bellanova. Il classe 2000 forse a differenza di Asllani non ha mai dimostrato veramente di essere da Inter, ma c’è anche da dire che ha avuto davvero poco spazio. In una partita ha avuto l’occasione di mettersi in mostra, ma forse era la partita sbagliata. Inter-Empoli del 23 gennaio. Una partita tesa, nervosa, dentro e fuori dal campo. Bellanova entra dopo che Skriniar è stato espulso lasciando l’Inter in 10 per un doppio giallo nel primo tempo. Il tutto mentre il procuratore dello slovacco rilasciava dichiarazioni bomba a TeleNord confermando l’addio del giocatore a giugno. Ma torniamo a Bellanova. La prestazione, condita dai costanti fischi del Meazza, non è stata brillante. L’Inter, alla fine, la partita l’ha persa 1-0. E Raoul quella notte non deve aver dormito benissimo. Per lui 307’ con i nerazzurri.
Inter, tanti talenti anche dalla Primavera
Asllani e Bellanova sono solo alcuni esempi di quella che in Italia probabilmente è una cultura sbagliata e che fa ancora troppa fatica a utilizzare i giovani.
Per quanto riguarda l’Inter ci sono tantissimi altri nomi che continuano a scaldare la panchina anche quando sarebbero molto più utili in campo. E la maggior parte sono italiani, se si vuole dare uno sguardo anche a quella che sarà la Nazionale del futuro. Valentìn Carboni, quest’anno ha giocato 1193’, tutti con la Primavera, mentre in Serie A appena 10 e in Champions League 14. 4 reti e 2 assist in 19 partite. Nel suo ruolo, quello di trequartista, potrebbe davvero essere utile se Inzaghi proponesse delle alternative al suo 352.
Altro caso Mattia Zanotti, terzino destro, che in Primavera ha giocato 1429’ ma in Serie A… nemmeno uno. Come Alessandro Fontanarosa, che con la Primavera ne ha giocati addirittura 2387’.
Senza considerare tutti i giovani talenti che non hanno ancora fatto il passaggio dalla Primavera alla prima squadra, ma che sono ricchi di talento e probabilmente verranno utilizzati (o sprecati?) per fare mercato.