Il talentino dell’Inter, Valentin Carboni, è stato convocato dall’Argentina campione del Mondo e insegue un record
Davanti a sé ha qualcosa che sta tra il sogno e l’inverosimile quando giochi al calcio, sei argentino, compi 18 anni (toh, proprio oggi) e potresti metterti alle spalle un idolo come Leo Messi, il campione da cui cercavi e ottenevi un selfie qualche anno fa: era il 2016, Valentin era un bimbetto di 11 anni.
E già, se Lionel Scaloni dovesse farlo esordire nel doppio impegno di fine marzo con Panama e Curaçao, Valentin Carboni si piazzerà alle spalle di Diego Armando Maradona e per pochi giorni davanti alla Pulce, che il suo debutto nell’Albiceleste lo fece a 18 anni e 1 mese. La strada dall’Argentina all’Italia per Valentin sembrava quasi tracciata: lui, figlio di Ezequiel, il timbro di fabbrica del Lanus come i suoi due ragazzi (gioca pure il primogenito, Franco), poi il Salisburgo e il Catania per tre stagioni tra il 2008 e il 2011. Oggi Ezequiel allena la Under 18 del Monza, dove c’è Franco, professione terzino, prestato dall’Inter al club lombardo. Valentin ha fatto la sua strada incollato al fratello più grande, la porta di ingresso è stata per entrambi Catania, la casa sportiva del padre: l’Inter è arrivata quasi subito e li ha presi entrambi.
Inter, rimpianto Carboni per Juve e Liverpool
Il talento del ragazzino 2005 inevitabilmente è quello che ha fatto muovere i dirigenti nerazzurri. Trequartista ispiratissimo, Valentin è il classico calciatore che ruba l’occhio. Quando l’Inter si è mossa c’erano la Juventus e il Liverpool sulle tracce del fantasista di casa Carboni. I primi calci nel settore giovanile – dopo il Club Lafuente che è il primo a tesserarlo – li tira con il Lanus, con Franco (sono inseparabili) mentre papà Ezequiel faceva sul serio.
Poi il volo per l’Italia e il mare di Catania, un assaggio prima di atterrare a Milano, sponda nerazzurra. In un fiato arrivano un’ondata di emozioni: il 1° ottobre 2022 contro la Roma all’ottava giornata di campionato, l’esordio subentrando all’88’ a Dimarco. Il 1° novembre il battesimo in Champions League nel 2-0 al Bayern (stavolta subentrando a Correa nell’ultimo quarto d’ora). E il 18 gennaio di quest’anno il primo trofeo, la Supercoppa Italiana contro il Milan battuto 3-0. Prima dell’Argentina (Scaloni lo aveva chiamato già a marzo) Carboni aveva messo la maglia azzurra: Bernardo Corradi lo aveva chiamato con l’Under 17. Poi il richiamo di casa è stato troppo forte e ora c’è questo appuntamento con la storia davvero irrinunciabile.
Tecnica individuale straordinaria, capacità a danzare tra le linee di centrocampo e attacco, il suo sinistro è una delizia e le finte di corpo davvero riconducono ai talenti più cristallini del calcio sudamericano. Scaloni se ne è accorto e non se lo è fatto sfuggire. E come era già successo a marzo, stavolta con l’idolo Messi non ci sarà solo un selfie da provare a desiderare. Ma un pallone che rotola da dividere. E sì, Valentin sta sognando ad occhi aperti.