Jose Mourinho prende la parola in conferenza stampa prima di Roma-Real Sociedad insieme a Rui Patricio
Dopo il flop della Lazio, tocca alla Roma scendere in campo per gli ottavi di finale di Europa League. Jose Mourinho e Rui Patricio prendono la parola in conferenza stampa prima della sfida complicatissima con la Real Sociedad di domani all’Olimpico, in un momento cruciale anche in campionato per la corsa Champions.
Il tecnico giallorosso ha cominciato a presentare il match contro gli spagoli, che arriva pochi giorni dopo la grande vittoria con la Juventus.
Cosa può fare la differenza? “La Real Sociedad è un’ottima squadra, difficile trovare punti deboli. Hanno un buonissimo allenatore, perché sono organizzati sia a livello difensivo che offensivo. Dopo ci sono giocatori molto bravi tecnicamente, in campionato è dietro le tre giganti. Tanta roba. Sono una squadra di qualità, non siamo stati fortunati nel sorteggio ma quando sei in Europa League – soprattutto in questa stagione che ha una super qualità – è difficile. Ma sono sicuro che lo guardano a noi con lo stesso rispetto con cui noi guardiamo loro”.
La Real Sociedad punta sulla collettività. “Se mi parlate di Oyarzabal dico che è molto bravo, ma sono molto più di lui. Anche individualmente hanno altri giocatori di altissimo livello, però l’importante è la squadra. Difensivamente sono molto ben organizzati, poi dal punto di vista offensivo non vive solo della qualità individuale ma anche dell’organizzazione. Durante la partita possono cambiare modulo all’improvviso, col 4-4-2 o il 4-3-1-2 o il 4-3-3. È una bellissima squadra, faccio davvero i complimenti. Conosco bene il campionato spagnolo, ci sono tre squadre con un potenziale economico che non si può paragonare alle altre. Poi c’è sempre una grande lotta e quest’anno loro lì dall’inizio. Nel girone ha vinto il gruppo col Manchester vincendo a Old Trafford, non ha fatto i playoff. Posso solo fare i complimenti”.
Abraham nel 2023 è cresciuto, ma non è ancora quello dello scorso anno: qual è quello vero? “Per me c’è solo un Abraham che mi interessa, che è il giocatore di squadra. Che è anche quello che era in panchina nell’ultima partita e che festeggiava il gol con la curva, come se avesse segnato lui. Di questo Abraham abbiamo bisogno noi. Capisco quello che dite voi, i gol, ma l’importante è questo. Negli ultimi 15 minuti ha fatto quello di cui avevamo bisogno. Lui e Belotti stanno bene, quello che fanno gli attaccanti hanno un rapporto diretto con quello che fa la squadra. A Cremona ha fatto male la squadra e così anche gli attaccanti. Mi aspetto lo stesso lavoro per la squadra fatto con la Juve. Una settimana per lui che è stata unica, perché è nato il suo primo figlio, una gioia molto grande e ha una grande voglia di fare bene per la squadra”.
La Roma non riesce ad avere la stessa intensità in tutte le partite: secondo lei è migliorato questo aspetto? “Dal punto di vista fisico penso che siamo nelle mani di preparatori di grande qualità. Anche il mio modo di lavorare, tutti gli esercizi che facciamo hanno sempre un obiettivo a livello fisico. I singoli non puoi cambiarli, ci sono giocatori che possono giocare ogni giorno. Ad esempio Javier Zanetti potrebbe giocare sette partite a settimane, è questione di DNA. Altri soffrono di più. Mentalmente bisogna essere capaci di giocare ogni partita con la pressione buona di doverla vincere a tutti i costi. È più questo che un fattore fisico. Gli ultimi posizionamenti in classifica della Roma, sempre sesta o settima, non aiutano. Finire con un punto in più o in meno, sesti, settimo o ottavi, non ti fa vivere con quella pressione. Il corpo e la mente si abituano a questo, alla tranquillità di non sentire questa pressione. Stiamo crescendo in questi aspetti. Il primo anno abbiamo perso due volte con la Juve, il Milan e l’Inter, quest’anno invece abbiamo vinto con Juve e Inter, pareggiato col Milan. In queste grandi partite la squadra è cresciuta. La continuità di sapere che in una settimana dobbiamo vincere tre partite di fila, su quello facciamo fatica”.
Si augura di essere in panchina col Sassuolo? “Non mi aspetto niente. Non parlo fino a che il processo non finisce. Quando finirà non avrò problemi a rispondere a queste domande. In questo momento è corretto rispettare il processo e aspettare tranquillo”.
Dybala sembra un giocatore più completo: che meriti ha lei? “Il merito è di Paulo, dei suoi compagni, dei tifosi. È capitato in un gruppo di ragazzi empatici, poi quando si gioca in casa si sente l’amore dei tifosi. Io provo ad aiutarlo nella gestione del suo fisico, è un giocatore giovane ma ha avuto in questi anni un passato non facile come infortuni. È venuti qui motivato, con un sogno che ha poi realizzato, ovvero andare al Mondiale e vincerlo. Tutto questo insieme fa sì che Paulo sia non dico rinato ma che sia un giocatore nuovo nelle sue motivazioni. Sono molto felice, perché oltre al giocatore che tutti vediamo è un ragazzo fantastico. Sensibile, merita tutto questo affetto che sta ricevendo qui alla Roma”.
“Domani sarà una grande serata europea davanti ai nostri tifosi, spero possano aiutarci. Sarebbe davvero importante vincere. Contiamo sul loro aiuto, anzi vorremmo ringraziarli del loro appoggio costante. Speriamo di fare una grande partita. Le critiche? Per me quello che conta è lavorare al massimo, dare il meglio di me. Abbiamo avuto tanti clean sheet ma quello che conta è vincere le partite. Bisogna lavorare sempre al massimo, poi le critiche fanno parte della vita. L’importante è che non ci distraggano dal nostro obiettivo”.
Poi su Smalling e il suo rinnovo: “Lui ha già dfimsotrato dei essere fantastico e importante per me e per tutta la squadra, è un leader. Non spetta a me parlare di queste cose, non posso che parlare bene di lui anche a livello umano. Si merita tutto il bene possibile”.
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