Le parole di Antonio Conte al triplice fischio di Tottenham-Milan. La presa di posizione del tecnico salentino non si è fatta attendere.
C’è tanta delusione in casa Tottenham. Gli uomini di Antonio Conte non sono riusciti a ribaltare la sconfitta dell’andata e davanti al proprio pubblico hanno pareggiato la gara di ritorno con il Milan. La compagine di Pioli approda ai quarti di Champions. Boccone amaro per il Tottenham di Conte, con il tecnico salentino che così ha parlato ai microfoni di Amazon Prime Video:
EUROPA INDIGESTA PER UN ALLENATORE SUPER VINCENTE: CHE SPIEGAZIONi CI SONO? – “Qui non stiamo parlando dell’allenatore, bisogna parlare sempre delle squadre altrimenti diventa riduttivo. A livello generale bisogna sempre parlare della squadra e del lavoro che si fa, dell’allenatore, dei calciatori e di tutto. Mi fa sorridere questa domanda.”
IL TOTTENHAM NON SEMBRA UNA SQUADRA DI CONTE? Questa è una squadra che deve lavorare tanto per diventare competitiva a livelli importanti. C’è strada da fare: si è iniziato un percorso. L’anno scorso siamo usciti al Conference League: penso che uno step importante l’abbiamo fatto, agli ottavi di finale abbiamo affrontato la squadra Campione d’Italia. Noi invece non abbiamo vinto niente, con un miracolo siamo l’anno scorso siamo passati dal nono al quarto posto. Se pensi che possano bastare 13-14 mesi per diventare competiti, si sbaglia. Oggi ho da dire poco sull’impegno dei calciatori: si sono impegnati, ma bisogna determinare di più nella fase offensiva.”
PRIMO TEMPO LENTO – “L’avevamo preparata in maniera diversa nella circolazione della palla. Nel primo tempo abbiamo fatta molta molta fatica anche quando riuscivamo a liberare delle zone in avanti: ci fermavamo e ritornavamo indietro. Non è questione di qualità ma di fare degli step di crescita, personalità. Nelle due partite la qualificazione forse l’abbiamo persa all’andata.”
VUOLE PROSEGUIRE QUI? “Sono provato perché ho subito un’operazione. Continuo a lavorare, ho un contratto con il Tottenham. Rispetto il contratto, a fine stagione si faranno le giuste valutazioni con il club nella maniera più serena. Io dirò la mia, sentirò il tutto. Con il contratto in scadenza, vediamo come finisce la stagione. Magari mi possono mandare anche via prima, non è quello il problema. Magari le aspettative potevano essere più alte e possono rimanere delusi. Quello che conta per un allenatore è cercare di lavorare, di alzare l’asticella. Quest’anno stiamo facendo fatica ad alzare l’asticella: portare il livello da discreto a medio è più semplice, alzarlo ancora è più difficile.